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==Citazioni di Stefan Zweig==
*Ancora la nostra generazione a [[scuola]] ha appreso più cose su Serse, Dario e Cambise, su re barbarici a noi del tutto indifferenti, che su Leonardo, Volta, Franklin, Montgolfier e Gutenberg. Eravamo tenuti a sapere a memoria ogni minima battaglia, ma nei testi non c'era una riga su chi aveva costruito le prime ferrovie o inventato la chimica moderna. Eravamo intenzionalmente tenuti all'oscuro circa gli apporti culturali dei popoli a noi vicini e sapevamo soltanto in quali battaglie e sotto quali generali li avevamo affrontati sul campo.
*[[Charles Dickens|Dickens]] narra con tale precisione, con tale minuziosità, da costringerci a seguire il suo sguardo ipnotizzante. Non aveva lo sguardo magico di [[Balzac]] [...], ma uno sguardo tutto terreno, uno sguardo da marinaio, da cacciatore, uno sguardo di falco per le piccole cose umane. – Ma sono le piccole cose – disse egli una volta – che formano il senso della vita.
*Forse nessun uomo ha posto pretese morali tanto alte a se stesso (con sì scarsa capacità di adempiere a un ideale categorico) come [[Heinrich von Kleist]].
*I più commoventi fra questi individui erano per me – quasi m'avesse già sfiorato il presagio del mio futuro destino – gli uomini senza [[patria]], o ancor peggio, quelli che in luogo di una patria ne avevano due o tre e non sapevano interiormente a quale appartenessero.
*Se non ci fossero che artisti della specie di [[Lev Tolstoj|Tolstoj]] si finirebbe facilmente per supporre che l'arte sia qualcosa di estremamente facile…<ref>Citato in Roberto Coaloa (a cura di), ''Lev Tolstoj e l'Italia'', Gli Ori, Pistoia, 2016, p. 29. ISBN 978-88-7336-645-4</ref>
==''Erasmo da Rotterdam''==
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