E. M. Forster: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:E. M. Forster von Dora Carrington, 1924-25.jpg|thumb|right|Edward Morgan Forster]]
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'''Edward Morgan Forster''' (1879 – 1970), scrittore britannico.
 
==Citazioni di E. M. Forster==
*Dopo esser rimasto un'ora a tavolino, tentando invano di scrivere una commedia, intendo analizzare le cause della mia sterilità [...] 2: Insofferenza dell'unico soggetto che mi sia consentito di trattare: l'amore degli uomini per le donne e viceversa. (dal<ref>Dal diario, 16 giugno 1911)</ref>
*Farci sentire piccoli nel modo giusto è una funzione dell'[[arte]]; gli uomini possono farci sentir piccoli solo nel modo sbagliato. (da<ref>Da ''Two Cheers for Democracy'')</ref>
*Gli unici [[libri]] che ci influenzano sono quelli per i quali siamo pronti e che sono andati leggermente oltre nel nostro particolare cammino. (da<ref>Da ''A Book That Influenced Me'')</ref>
*Non scriverò mai più un altro romanzo dopo questo {{NDR|''A Passage to India''}}: la mia sopportazione della gente comune si è esaurita. Ma continuerò senz'altro a scrivere. Non avverto il minimo declino delle mie "facoltà". (dalla lettera a Siegfried Sassoon del 1° agosto 1923)
*{{NDR|Su [[Joseph Conrad]]}} Lo scrigno segreto del suo genio è pieno di cianfrusaglie piuttosto che di gioielli; è inutile, quindi, sforzarsi di capirlo da un punto di vista filosofico, poiché non c'è niente da scrivere in questo senso. Nessuna dottrina, in realtà. Solo opinioni...<ref>Da ''Joseph Conrad: A Note'', in ''Abinger Harvest'', Londra, 1946, p. 135; citato in Ian Watt, ''Racconto e idea nella ''Linea d'ombra'' di Conrad'', in ''Critical Quarterly'', vol. 2, 1960, pp. 133-148, inserito come introduzione a Joseph Conrad, ''La linea d'ombra'', traduzione di Francesca Rossi, Mondadori, Milano, 1999, p. VII. ISBN 88-04-40923-1</ref>
*Pensare prima di parlare è la parola d'ordine del critico. Parlare prima di pensare è la parola d'ordine del creatore. (da ''The Raison d'Etre of Criticism in the Arts'', in ''Two Cheers for Democracy''; citato in ''Dizionario delle citazioni'')
*Non scriverò mai più un altro romanzo dopo questo {{NDR|''A Passage to India''}}: la mia sopportazione della gente comune si è esaurita. Ma continuerò senz'altro a scrivere. Non avverto il minimo declino delle mie "facoltà". (dalla<ref>Dalla lettera a Siegfried Sassoon del 1° agosto 1923)</ref>
*Sarei stato un autore più celebre se avessi scritto, o meglio pubblicato, di più, ma quest'ultima cosa l'ha impedita il sesso. (dal diario, 31 dicembre 1964)
*SePensare dovessiprima sceglieredi traparlare ilè tradirela ilparola miod'ordine paesedel ecritico. tradireParlare ilprima miodi amico,pensare speroè dila avereparola ild'ordine fegatodel dicreatore.<ref>Da tradire''The ilRaison miod'Etre paese.of (daCriticism ''Whatin Ithe BelieveArts'', in ''Two Cheers for Democracy''); citato in ''Dizionario delle citazioni''</ref>
*Sarei stato un autore più celebre se avessi scritto, o meglio pubblicato, di più, ma quest'ultima cosa l'ha impedita il sesso. (dal<ref>Dal diario, 31 dicembre 1964)</ref>
*Voglio amare un giovane forte del basso ceto e essere amato da lui e persino ferito da lui. Ecco per che cosa ero nato, e pensare che ho voluto scriver romanzi rispettabili... (dall'agenda personale, 1935)
*Se dovessi scegliere tra il tradire il mio paese e tradire il mio amico, spero di avere il fegato di tradire il mio paese.<ref>Da ''What I Believe'', in ''Two Cheers for Democracy''</ref>
*Voglio amare un giovane forte del basso ceto e essere amato da lui e persino ferito da lui. Ecco per che cosa ero nato, e pensare che ho voluto scriver romanzi rispettabili... (dall<ref>Dall'agenda personale, 1935)</ref>
 
==''Aspetti del romanzo''==
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===[[Explicit]]===
L'India una nazione! Che apoteosi! L'ultima arrivata ne l'incolore fratellanza del diciannovesimo secolo! E in quest'ora del mondo sgambettava per prendere il proprio posto! Lei, che non aveva l'eguale se non nel Sacro Romano Impero, sarà forse alla pari col Guatemala e col Belgio! Fielding tornò a deriderlo. Aziz, travolto da una rabbia furiosa, caracollava qua e là senza sapere che fare, e gridò: – Abbasso gli inglesi, ad ogni modo. Questo è certo. Sgombrate, gente, e alla svelta, vi dico. Noi possiamo odiarci l'un l'altro, ma odiamo di piú voi. Se non faccio sgombrare io, lo farà Ahmed, lo farà Karim; ci volessero anche centocinquantacinque anni, ci libereremo di voi, sí, butteremo a mare ogni maledetto inglese, e allora, – galoppò furiosamente contro Fielding, – e allora, – continuò, quasi baciandolo, – voi ed io saremo amici.<br />– Perché non possiamo esserlo subito? – disse l'altro, stringendolo con affetto. – È quello che voglio. È quello che voi volete.<br />Ma i cavalli non volevano: scartarono di fianco; non voleva la terra, che balzava su in massi tra cui i cavalieri dovevano parare l'uno dietro l'altro; i templi, il lago, la prigione, il palazzo, gli uccelli, le carogne, la Foresteria, che apparvero alla visi quando loro uscirono dalla gola e scorsero Mau ai loro piedi: non volevano, dissero con le loro cento voci: «No, non ancora», e il cielo disse: «No, non qui».
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
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==Altri progetti==
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===Opere===
{{Pedia|Casa Howard (romanzo)|''Casa Howard''|}}