Giovanni Becatti: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: artista arcaico e scultore di tipo severo
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==Citazioni==
*Le copie {{NDR|delle sculture originali perdute}} hanno contribuito a darci un'immagine un po' fredda e accademica della plastica greca, mancando in esse sia la vibrazione e la vitalità dell'originale, perdute attraverso l'opera meccanica e di mestiere del copista e il gusto classicistico del periodo romano, sia la velatura di colore che ravviva i marmi originali e che, dalla vivace policromia che intimamente sosteneva e sottolineava l'effetto plastico delle sculture arcaiche, si era trasformata in una più contenuta ''gànosis''<ref>Procedimento per la lucidatura della pietra.</ref> nel periodo classico ed ellenistico (pp. 8-9)
*La scomparsa del così detto "sorriso arcaico" fece chiamare "severe" le opere dei primi decenni del V secolo {{NDR|a.C.}} con un'interpretazione falsamente basata su elementi espressivi e sentimentali completamente estranei alla concezione dell'arte greca di questo tempo. L'annullamento degli ultimi elementi della visione arcaica per piani paralleli e la completa vita nello spazio con la conquista di un'organica corporeità struttiva e ritmica, riportavano naturalisticamente nella terza dimensione la curvatura della bocca e l'obliquità degli occhi, dando reale profondità alle varie parti dell'immagine umana vista nella sua unità (p. 95)
*La visione squadrata nella struttura, lineare nel dettaglio, propria dell'artista arcaico si trasforma in quella a tutto tondo e pienamente plastica dello scultore di tipo severo, e il compiacimento di questa raggiunta corporeità spaziale si concreta nella turgida tensione di volumi, nel dinamico arrotondamento dei piani quasi per una interna energia. (p. 95)
*Il grande genio di [[Fidia]] ateniese, che si affermò dominante verso la metà del secolo {{NDR|V a.C.}}, seppe [...] levarsi nella sfera olimpica a dar forma d'arte alla concezione della divinità, interpretando l'ideale religioso più nobile del suo tempo, facendo gli uomini {{sic|dèi}} e creando lo stile classico. (p. 152)