Corrado Ricci: differenze tra le versioni

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Bibliografia
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==Citazioni di Corrado Ricci==
*{{NDR|[[Bartolomeo Schedoni]]}} Dipinse spesso con violenza di chiari e d'ombre e con tinte nelle carni troppo rosse. Il suo tempo l'ammirò su tutti quasi i pittori e il suo stile fu chiamata dal cav. Marino<ref>[[Giovan Battista Marino]] (1569–1625), poeta e scrittore italiano.</ref> e dal Padre resta "tremendo". (da ''La R. Galleria di Parma'', sala IV, p. 59)
*I poeti hanno amato e cantato per lo più donne pallide e dai [[capelli biondi]]; anzi fra tutti gli spietati imitatori del Petrarca, se non mai, certo difficilmente si ritrova chi abbia messo nello sbiadito lusso delle sestine, delle canzoni e dei sonetti a frasi {{sic|bell'e}} fatte, una fanciulla che non avesse<br>... i capei d'oro alla'aura sparsi.<ref>Petrarca, ''In vita di M. L.'', sonetto LXI. {{NDR|N.d.A., p. 6}}</ref> (da ''Note storiche e letterarie'', ''I colori'', p. 6)
*{{NDR|[[Palazzo Venezia]]}} L'insieme del Palazzo, all'esterno, quantunque sparso delle grazie del Rinascimento, è ancora medioevale. La porta, gemmata come un'opera d'oreficeria, che guarda a levante; l'altra, volta a nord, esilmente classicheggiante nelle colonne scanalate, nei capitelli corinzi e nel timpano; le finestre, infine, a croce guelfa o inanellate di marmo, non bastano a togliere al suo aspetto quel che di arcigno e di guerriero che gli procurano la massa imponente, i modiglioni<ref>In architettura, mensole scolpite a sostegno dei cornicioni degli edifici.</ref>, i merli, la torre. E ben più arcigno e guerriero parrebbe se, anziché una sola torre, ne avesse quattro (una per ogni angolo) com'era nel primo concetto. (da ''Roma'', ''Il Palazzo di Venezia'', p. 15)