Carlo Roberto Dati: differenze tra le versioni

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Apelle e il calzolaio
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* {{NDR|[[Apelle]]}} [...] ebbe per costume inviolabile che per occupatissimo ch'egli fosse, non passò giorno nel quale egli non tirasse qualche linea, per mantenersi su l'esercizio, e non infingardirsi la mano. Onde nacque il proverbio: Niun giorno senza linea. (da ''Vite de' pittori antichi'', Società tipografica de' classici italiani, Milano, 1806, [https://archive.org/details/bub_gb_AtEYtEL03B0C/page/n157 p. 154])
*Dopo aver condotto l'opere, {{NDR|Apelle}} usava metterle a mostra sopra lo sporto, non a pompa, {{sic|perch'era}} modestissimo, ma per ascoltare, stando dietro, i mancamenti censurati dal volgo, da lui stimato miglior giudice di sé medesimo. E si dice che notandolo un {{sic|calzolajo}}, per aver fatto ne' calzari un orecchino o fibbia di meno, insuperbitosi, perché Apelle tale errore avesse emendato, il giorno seguente cavillò non so che della gamba. Sdegnatosi Apelle s'affacciò e disse: il calzolajo non passi oltre la scarpa: che pure andò in proverbio. (da ''Vite de' pittori antichi'', ibid., p. 154)
*[...] anche in quell'opere sì ben condotte che fecero stupire il Mondo, {{NDR|Apelle}} soleva con titolo sospeso e imperfetto scrivere, APELLE FACEVA, come se fossero sempre abbozzate, né mai finite, lasciandosi un certo regresso all'emenda. E fu atto di gran modestia, che quasi sopra tutte scrivesse, come se fossero state l'ultime, e che sopraggiunto dalla morte non l'avesse potute perfezionare, giacché di radissimo o non mai vi pose, APELLE FECE. (da ''Vite de' pittori antichi'', ibid., pp. 154-155)
 
 
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