Pulcinella: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Pulcinella==
*[[Arlecchino]], [[Pinocchio]] e Pulcinella sono l'[[Italia]] del popolo, che si rappresenta, si denigra e si riscatta con la felicità che trasmette questo trio. Un'Italia del passato, ma che si può riconoscere oggi dovunque. ([[Raffaele La Capria]])
*Basterebbe forse il berretto conico trovato nelle tombe campane, la tunica ed i pantaloni bianchi dei soldati che i sanniti opposero ai romani, per convincersi che la nostra maschera è antica quanto il [[Vesuvio]] e la nostra Partenope: essa è un «cocktail» di Maccus, osco, [[lazzari|lazzarone]], invadente, lepido ed a volte ladro, del Pappus latino saccente, fifone e «sciampagnone» e quindi potrebbe essere definito – ecco che sorge ora la definizione – l'unione di una differenza e di una contraddizione con una vis comica molto aderente alla ilarità partenopea. ([[Vittorio Gleijeses]])
*È una maschera troppo particolare, nel tono della voce ha tutto il suo significato. Ruolo complicato da interpretare. ([[Enzo Cannavale]])
*Furbo e semplicione, poltrone e attaccabrighe, pieno di bonomia e di malizia, un misto di spirito, di cinismo e di causticità, pigro, goloso, ladro talvolta, ma con tanta naturalezza che ha l'aria di esercitare un diritto, di umore sempre uguale, spensierato, ottimista, ecco Pulcinella. ([[Vittorio Gleijeses]])
*Già i moti politici della seconda metà del suo secolo avevano cominciato a soffiar non so che fuoco «liberale» nel nostro attore: egli, a un tratto, mutò registro e riuscì, come dicono i retori posteri, a nobilitare la maschera. Io dico che la snaturò: proprio. Era stato ''il signore Pollicinello'' fino a quel punto un gaglioffo burlone, volgare impasto di malizia e d'ignoranza, {{sic|conjuge}} sconoscente, pauroso, ghiottone, ineducato. [[Antonio Petito|Petito]], nel quale i giornali rinfocolavano i diritti dell'uomo, dimenticò che Pulcinella era appunto un uomo: lo liberò subitamente del suo fondo di degenerazione innata, {{sic|consciente}}, e gli dette un carattere. Animoso, quasi nobile, quasi coraggioso, sentenzioso perfino, ecco il nuovo Pulcinella, incarnato in un comico davvero mirabile. Ah, che comico! Tuttavia, ne' momenti in cui, ricacciata per la porta, la vecchia ''maschera'' rientrava con tutto l'antico suo bagaglio per la finestra, come Petito stesso, dimentico o resipiscente, dovette pensare che nulla davvero muta a questo mondo e che i Pulcinelli son {{sic|....}} sempre gli stessi. ([[Salvatore Di Giacomo]])
*Noi napoletani abbiamo tutti, nel nostro foro interiore, un Pulcinella che ci ammonisce. ([[Gino Doria]])
*Tutta la classe popolana è di spirito vivacissimo ed è dotata di un intuito rapido ed esatto: il suo linguaggio deve essere figurato, le sue trovate acute e mordaci. Non per nulla l'antica Atella sorgeva nei dintorni di Napoli; e come il suo prediletto Pulcinella continua ancora i giuochi atellani, così il basso popolo s'appassiona anche adesso ai suoi lazzi. ([[Johann Wolfgang von Goethe]], ''[[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]]'')
 
====[[Vittorio Gleijeses]]====
*Basterebbe forse il berretto conico trovato nelle tombe campane, la tunica ed i pantaloni bianchi dei soldati che i sanniti opposero ai romani, per convincersi che la nostra maschera è antica quanto il [[Vesuvio]] e la nostra Partenope: essa è un «cocktail» di Maccus, osco, [[lazzari|lazzarone]], invadente, lepido ed a volte ladro, del Pappus latino saccente, fifone e «sciampagnone» e quindi potrebbe essere definito – ecco che sorge ora la definizione – l'unione di una differenza e di una contraddizione con una vis comica molto aderente alla ilarità partenopea. ([[Vittorio Gleijeses]])
*Furbo e semplicione, poltrone e attaccabrighe, pieno di bonomia e di malizia, un misto di spirito, di cinismo e di causticità, pigro, goloso, ladro talvolta, ma con tanta naturalezza che ha l'aria di esercitare un diritto, di umore sempre uguale, spensierato, ottimista, ecco Pulcinella. ([[Vittorio Gleijeses]])
*Secondo [[Benedetto Croce]], [[Francesco De Sanctis]] ed alcuni critici contemporanei come il [[Silvio D'Amico|D'Amico]], e se lo permettete anche secondo me, questa maschera è da ritenersi la più antica del teatro italiano. Essa supplisce con la furberia all'intelligenza e possiede in se stessa una duttilità intuitiva che le permette di adeguarsi ad ogni circostanza e di essere sempre presente a se stessa in qualsiasi situazione. Molto interessante è quanto scrisse [[Maurice Sand]] che si recò a Napoli per meglio conoscerla e si rese subito conto che nella sua patria la maschera era molto differente sia da quella francese sia dall'inglese. Lo scrittore francese ravvisò in Pulcinella il borghese napoletano, un po' grossolano, ma lo definì saturo di quello spirito mordace di cui l'abate [[Ferdinando Galiani]] era il tipo purgato. Insomma Pulcinella è la più completa rappresentazione del grottesco che ha inizio quando il serio si mescola col ridicolo, quando la figura muore nella caricatura, quando, a dirla con [[Salvador Dalì]], ''a questa figura si danno le grucce''. La maschera è viva perché è la caricatura più completa dei pregiudizi, dei vizi e delle abitudini. Con lui bisogna dire ...tira a campà ...e futtitenne, vero dettame di sapienza partenopea.
 
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