Matteo Marangoni: differenze tra le versioni

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==''Saper vedere''==
*AncheL'ideale di [[Raffaello Sanzio|Raffello]] consiste in un equilibrio morale calmo e sereno, che ignora completamente la passione. (p. 38)
*Anche Raffello, dunque, che può considerarsi, tra i grandi, l'artista più scrupolosamente aderente al soggetto – tanto da potersi perfino considerare il padre incolpevole di tutte le posteriori accademie, le quali non videro in lui, altro che un perfetto ''illustratore'' –; anche Raffaello, dicevo, è prima di tutto un pittore e come tale non può contentarsi di sole intenzioni narrative e sentimentali, ma là dove arriva all'arte vi giunge sempre e soltanto attraverso puri valori figurativi. (pp. 38-39)
*[...], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] ci appare come il più vivace suscitatore di quelli che il [[Bernard Berenson|Berenson]] chiamava i ''valori tattili''; vale a dire la facoltà di suscitare con mezzi pittorici il piacere psichico che, per azione atavica, ci è stato trasmesso dall'esperienza tattile del mondo fisico. (p. 44)
*Il [[Giorgio Vasari|Vasari]], così benemerito come raccoglitore di materiale storico, e così nefasto come critico; – divulgatore fino ai nostri tempi dei pregiudizi della critica empirica – [...]. (p. 47)
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*Oltre il Dolci<ref>Carlo Dolci (1616 – 1686), pittore italiano.</ref>, e, qualche volta, il Perugino – il primo che vorrebbe fare il verso al Correggio, il secondo a Leonardo e a Raffaello – un altro dei grandi amori del pubblico è l'insipido [[Bernardino Luini|Luini]], delizia delle anime candide educate sulle pie immagini oleografiche; anch'egli nutrito di morbidi sentimentalismi; il quale di Leonardo non ha preso che i rifiuti (Quante proteste mi par di sentire! Povero me: come farò mai ad aprir gli occhi a tanti illusi?). (pp. 155-156)
*Pare oggi impossibile che questo famigerato ''[[Gruppo del Laocoonte|Laocoonte]]'' abbia per tanto tempo scroccato una fama così sproporzionata al suo valore. Sembra che Michelangelo stesso lo ammirasse quando nel 1506 fu scoperto in Roma; fatto che parrebbe poi smentito dal ''Prigione''<ref>Si riferisce allo ''Schiavo morente'', scultura di Michelangelo, del 1513 circa, conservata nel Museo del Louvre.</ref> ora veduto in cui tutti gli errori e i difetti dell'altra figura sono evitati. (p. 184)
*L'ideale di Raffello consiste in un equilibrio morale calmo e sereno, che ignora completamente la passione. (p. 138)
*Il [[manierismo]] nasce [...] tutte le volte che un artista si lascia prendere la mano dalle seduzioni della forma, a scapito di quel famoso {{sic|resultato}} che è la sintesi di forma e contenuto. (p. 242)
*Nel [[Agnolo Bronzino|Bronzino]] si osserva meglio la degenerazione dei modi stilistici di [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]]. [...]. Quello però che in Michelangelo è una necessità, nel Bronzino diventa un lusso, una specie di gioco a disporre nel rettangolo del quadro le sue figure di biscuit, di gelidità smaltea, e immobile; perfettamente indifferenti ai prodigi che la dinamica pollaiolesca<ref>Si riferisce ad Antonio del Pollaiolo (1431 circa – 1498), pittore, scultore e orafo italiano.</ref> aveva raggiunto nel suo ultimo e più alto derivato: Michelangelo. (p. 249)