Matteo Marangoni: differenze tra le versioni

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→‎Saper vedere: nota esposizione dell'Olympia
→‎Saper vedere: il "famigerato" Laocoonte
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*{{NDR|Commentando il ''Ritratto della figliastra'' di [[Giovanni Fattori]]}} Persino un soggetto banale come quest'altra popolana<ref>La ''popolana'' è in realtà la figliastra Giulia Marinelli, figlia della seconda moglie di Fattori.</ref> dalle fattezze grossolane può ispirare un artista quando egli la veda sotto la specie di «carattere» e di colore; come è accaduto al Fattori in questo che è tra i più forti suoi ritratti.<br>Guardate come l'artista si è innamorato di questo volto pulsante di vitalità animale sotto l'epidermide tesa; e come lo hanno sedotto quei neri brutali dei capelli, delle pupille, del nastro, che emergono così crudi dalla tortuosa colata lattea delle trine sgualcite. (pp. 136-140)
*Ricordate come un Vermeer, nonostante la sua amorosa cura dei particolari, riuscisse col mezzo della luce a darci dei capolavori di unità stilistica, [...]. (p. 148)
*Oltre il Dolci<ref>Carlo Dolci (1616 – 1686), pittore italiano.</ref>, e, qualche volta, il Perugino – il primo che vorrebbe fare il verso al Correggio, il secondo a Leonardo e a Raffaello – un altro dei grandi amori del pubblico è l'insipido [[Bernardino Luini|Luini]], delizia delle anime candide educate sulle pie immagini oleografiche; anch'egli nutrito di morbidi sentimentalismi; il quale di Leonardo non ha preso che i rifiuti (Quante proteste mi par di sentire! Povero me: come farò mai ad aprir gli occhi a tanti illusi?). (pp. 155-156)
*Pare oggi impossibile che questo famigerato ''[[Gruppo del Laocoonte|Laocoonte]]'' abbia per tanto tempo scroccato una fama così sproporzionata al suo valore. Sembra che Michelangelo stesso lo ammirasse quando nel 1506 fu scoperto in Roma; fatto che parrebbe poi smentito dal ''Prigione'' ora veduto in cui tutti gli errori e i difetti dell'altra figura sono evitati. (p. 184)
*L'ideale di Raffello consiste in un equilibrio morale calmo e sereno, che ignora completamente la passione. (p. 138)
*Il [[manierismo]] nasce [...] tutte le volte che un artista si lascia prendere la mano dalle seduzioni della forma, a scapito di quel famoso {{sic|resultato}} che è la sintesi di forma e contenuto. (p. 242)