Henry de Montherlant: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Giacomanni (discussione | contributi)
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Giacomanni (discussione | contributi)
Riga 77:
*Si passa la giovinezza a far credere di essere uomini. L'età adulta a far credere di essere felici quando invece non lo si è. La vecchiaia a far credere di non essere rimbambiti quando invece lo si è.<ref>Citato in ''Il cinico ha sempre la battuta pronta'', ''Il Giornale'', 19 gennaio 2010, p. 33; ora in [http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000000195561 cinquantamila.it].</ref>
*[...] si vorrebbe che dalla guerra venisse solo del male. Molti problemi sarebbero semplificati. Ora quest'archetto bagnato di sangue trae dall'uomo accenti profondi che esso solo può far rendere... Di fronte a un uomo che non abbiamo visto prender parte alla guerra restiamo perplessi: si può amarlo? Non m'importa nulla di essere odiato dai pacifisti, perché molti uomini della guerra avrebbero dato la vita per me. Noi siamo entrati nella vita conoscendo sul fronte ciò che era degno d'essere amato. Non escludo i nemici. Certe volte, dinanzi al loro coraggio, si è stati tentati di andare a loro, di prender le loro mani. Ma bisognava ucciderli. (''Chant funèbre pour les morts de Verdun'', 1924<ref name=mortier>Citato in Alfredo Mortier, ''Movimento intellettuale in Francia'', ''Il Secolo XX'', anno 25, n. 8, agosto 1926, p. 567.</ref>)
*{{NDR|Su un giovane attore di sedici anni}} «So che, come attore, non sono affatto formidabile.» [...] Non scherzo minimamente quando affermo che una piccola frase come questa ha per me, per la sua semplicità e purezza, la stessa qualità di alcuni dei migliori versi di Racine. I giapponesi del Medioevo chiamavano ''yugen'' questo fiore di delicatezza, e lo rappresentavano nei loro manoscritti sotto forma di un uccello bianco con un fiore bianco nel becco. Vedo sbocciare questo uccello e il suo fiore dopo la frase che ho appena menzionata. Da qui la sensazione di rispetto che tutti i veri educatori provano per la gioventù.
:''«Je sais bien que, comme acteur, je ne suis pas formidable.» [...] Je ne plaisante pas le moins du monde quand je dis qu'une petite phrase comme celle-là a pour moi, par la simplicité et la pureté, la même qualité que certains des meilleurs vers de Racine. Les Japonais du Moyen Âge appelaient yugen cette fleur de délicatesse, et ils la figuraient dans leurs manuscrits par un oiseau blanc portant une fleur blanche dans son bec. Je vois éclore cet oiseau et sa fleur à la suite de la phrase que je viens de citer. De là ce sentiment de respect que tous les éducateurs véritables ressentent pour la jeunesse.''<ref>Da ''‪La tragédie sans masque‬'', Gallimard, Paris, 1972, p. 52.</ref>
*Solo forti e specialissime nature sopportano l'[[isolamento]], e sempre a condizione che sia relativo e interrotto. Gli altri lo pagano caro. Non si vive impunemente solo di sé. Ed è giusto che sia così perché l'isolamento, quando non è voluto da alte ragioni intellettuali o spirituali, ha generalmente le proprie radici nella pigrizia, nell'egoismo, nell'impotenza, in quella "paura di vivere", insomma, che è un male tra quelli che affliggono l'umanità, di cui non si è ancora parlato abbastanza. (da ''Ragazze'', traduzione di Maria Luisa Cipriani Fagioli, Mondadori, Milano, 1958, p. 21)
*Sono sempre stato per la [[censura]] [...]. Ma a condizione che questa censura sia affidata a delle persone qualificate sia per la loro sicurezza di giudizio che per il loro tatto morale e resa efficiente nel concreto. [...] Non parlo qui che della censura etica.<ref>Dall'intervista di Vittorio Abrami, [http://digital.sturzo.it/spogliogenerale/1963/19631026/20/5/acoll ''A colloquio con Montherlant''], ''Il Popolo'', 26 ottobre 1963.</ref>