Salomon Reinach: differenze tra le versioni

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*Il grande quadro di Bruges, in cui Van {{sic|de}} Paele figura come donatore<ref>Si riferisce al dipinto ''Madonna del canonico van der Paele'', conservato nel Museo Groeninge di Bruges.</ref>, ci consente di apprezzare la grandezza del genio di Giovanni<ref>Italianizzazione di Jan, nome di van Eyck.</ref> e insieme i limiti tracciatigli dalla natura. Egli non ha alcun sentimento religioso, alcun fervore; la Vergine è brutta, il Bambino Gesù rachitico, il san Giorgio è un contadino con la corazza. Ma [[Jan van Eyck|Giovanni van Eyck]] è il più grande ritrattista di tutti i tempi. Mai occhio più penetrante ha scrutato la forma vivente, mai mano più valente ne ha fissato l'immagine sulla tavola. (p. 219)
*{{NDR|[[Claude Lorrain|Claudio Lorrain]]}} Egli è il maestro incontrastabile di quel genere falso e convenzionale che si chiama il paesaggio italiano, in cui il grande scenario della natura, sapientemente manipolato, serve di sfondo ad una composizione storica o mitologica. I templi, gli alberi e le {{sic|roccie}} di Claudio Lorrain hanno ben poco del reale; i suoi personaggi ne hanno meno ancora; ma ciò che salva i suoi quadri, ciò che procura loro una legittima ammirazione, è il sentimento poetico dello spazio, del cielo, dell'acqua, della luce. (p. 279)
*[...] il [[Ernest Meissonier|Meissonier]] ha trattato soggetti aneddotici del secolo XVIII con prodigiosa maestria di miniaturista ed una scienza della forma, superiore persino a quella degli Olandesi. Ma il più bello de' suoi quadrettini impallidisce accanto a un Pieter de Hoock o a un Vermeer, perché il Meissonier disegna troppo, colorisce più che non dipinga e non sa mai avvolgere la forma in un'atmosfera luminosa ed accarezzante (pp. 309-310)
*Nella prima metà del secolo {{NDR|diciannovesimo}}, il maggiore fra gli artisti inglesi è il [[William Turner|Turner]] (1775-1851), pittore innamorato della luce sino all'estasi, un [[Claude Lorrain|Claudio Lorrain]] romantico, febbrile e a volte teatrale, [...]. (p. 322)
*I {{sic|[[Preraffaelliti|prerafaeliti]]}} vedevano in [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] un apostata dell'Ideale ed un apostolo del ''savoir faire''; prendevano ad esempio il Botticelli e il Mantegna. Ma non erano volgari «impiastricciatori». Il carattere saliente della loro scuola è l'intellettualismo, il disdegno dell'arte per l'arte; vogliono narrare ed insegnare, commuovere l'anima delle folle, scendere tra il popolo e convertirlo alla bellezza. (pp. 322-323)