Preraffaelliti: differenze tra le versioni

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Salomon Reinach
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*Essi hanno grande avversione al rinascimento classico, ma non isperano un vero rinascimento medievale, contro cui troppe forze, e irresistibili, si troverebbero collegate. [...]. I preraffaelliti, del resto, non cercano nel medio evo, mal conosciuto e peggio rassettato, se non un rifugio che li ripari dalla ingiuria de' tempi; una specie di cenobio intellettuale e sentimentale, ove a bell'agio possano, se non appagare, accarezzare quel vago bisogno d'idealità e di fede che gli affanna e gl'inquieta, e sognare in pace i loro sogni. ([[Arturo Graf]])
*I {{sic|prerafaeliti}} vedevano in [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] un apostata dell'Ideale ed un apostolo del ''savoir faire''; prendevano ad esempio il Botticelli e il Mantegna. Ma non erano volgari «impiastricciatori». Il carattere saliente della loro scuola è l'intellettualismo, il disdegno dell'arte per l'arte; vogliono narrare ed insegnare, commuovere l'anima delle folle, scendere tra il popolo e convertirlo alla bellezza. ([[Salomon Reinach]]]
*Ogni forma è buona se corrisponde perfettamente al suo contenuto e viceversa. Per questo i grandi trecentisti sono perfetti così e non altrimenti; mentre i [[Neoclassicismo|neoclassici]] e i {{sic|preraffaellisti}} sono falsi perché ostentano contenuti e forme che non sono i loro. ([[Matteo Marangoni]])
*{{NDR|Riferendosi a un gruppo di pittori inglesi della metà dell'Ottocento}} Se l'arte doveva essere riformata, era necessario risalire oltre Raffaello, al tempo in cui gli artisti erano artefici «probi agli occhi di Dio», facevano del loro meglio per copiare la natura, senza preoccuparsi della gloria terrena ma solo della gloria divina. Pensando che l'arte si fosse inquinata con Raffaello e che stesse a loro di tornare all'età della fede, questo gruppo di amici si chiamò «Confraternita preraffaellita». ([[Ernst Gombrich]])