Mahatma Gandhi: differenze tra le versioni
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*Per ''[[nirvana]]'', indubbiamente, non deve intendersi completa estinzione. A quanto mi è stato dato capire a proposito del tratto fondamentale della vita del Budda, il ''nirvana'' è solo completa estinzione di tutto ciò che c'è di vile, di perverso, di corrotto e corruttibile in noi. Il ''nirvana'' non è come la nera, mortifera pace della tomba, ma pace vivente, felicità pulsante di un'anima che è conscia di sé, e conscia di avere trovato dimora nel cuore dell'Eterno. (24 novembre 1927, p. 27)
*Devo molto ai [[Teosofia|teosofi]], fra i quali annovero numerosi amici. Checché i critici possano avere da dire contro Madame Blavatsky o il colonnello Olcott o il dottor Besant, il loro contributo all'umanità continuerà a risplendere alto. Quello che mi ha impedito di aderire alla società [...] è il suo aspetto di segretezza, il suo occultismo, che non mi ha mai attirato. Desidero appartenere alle masse. (9 settembre 1926, p. 44)
*Considero [[Gesù]] un grande maestro dell'umanità, ma non il solo figlio generato da Dio. L'epiteto, nella sua interpretazione materiale, è del tutto inaccettabile. Sul piano metaforico, siamo tutti figli di Dio, ma per ognuno di noi possono esserci particolari figli di Dio da considerare in modo speciale. Così, per me, [[Caitanya|Chaitanya]] può essere il solo figlio generato da Dio. [...] Credo nella ''perfettibilità'' della natura umana.
*{{NDR|Alla domanda: «Perché si rifiuta di entrare nella casa di Dio, se Gesù la invita? Perché l'India non prende la Croce?»}} Se per Gesù s'intende Dio, non ho mai rifiutato di entrare nella casa di Dio; non c'è momento in cui non tenti di entrarvi. Se Gesù rappresenta non una persona, ma il principio della non-violenza, l'India ha accettato la sua forza protettiva. (dicembre 1931, pp. 50-51)
*Quando arrivai al Nuovo Testamento e al [[Discorso della Montagna|Sermone della Montagna]], cominciai a cogliere l'insegnamento cristiano: l'insegnamento del Sermone della Montagna echeggiava qualcosa da me appreso nell'infanzia, qualcosa che sembrava appartenere al mio essere e che mi pareva di veder attuare nella vita d'ogni giorno, attorno a me. [...] Era l'insegnamento della non-ritorsione, o della non-resistenza al male. (31 dicembre 1931, p. 52)
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