Impressionismo: differenze tra le versioni

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Luigi Salvatorelli: impressionismo e astrattismo
Ugo Nebbia
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*Dobbiamo cominciare finalmente a dipingere il luogo in cui siamo nati, la [[Città|metropoli]], che noi amiamo di amore infinito. Sopra innumeri tele grandi come affreschi le nostre mani febbrili dovrebbero tracciare tutta la magnificenza e la stranezza, tutta la mostruosità e la tensione drammatica dei viali, delle stazioni, delle fabbriche e delle torri [...]. Non si può venire a capo del nostro problema servendosi della tecnica impressionistica. ([[Ludwig Meidner]])
*È soltanto dall'Impressionismo in poi che si può cominciare a vedere la possibilità di un'intesa tra pubblico e artisti.<br>Io penso, infatti, che se c'è un'arte la quale, per assenza di intellettualismo, par fatta apposta per essere alla portata di tutti, questa è proprio l'arte degli Impressionisti e dei loro derivati. ([[Matteo Marangoni]])
*Gli impressionisti avevano voluto riprendere la natura, non per un solo intento di riproduzione naturalistica che uccide ogni fantasia, ma per farla vivere nella sua intensità di luce e di colore. Era una tecnica franca ed ingegnosa, che diveniva più riflessa quando poteva passare attraverso alle più profonde sensibilità di Seurat, Signac e Cross, i quali l'impiegavano trasformandola, non più per trascrivere impressioni subitanee, come il Monet ed il Sisley, ma per esprimere dei concetti artistici d'un carattere superiore. ([[Ugo Nebbia]])
*L'impressionismo del secolo XIX era stato dedizione alla vita, l'[[astrattismo]] del secolo XX è ritrazione dalla vita. E la vita è pur sempre il valore più certo e più vero. ([[Luigi Salvatorelli]]
*Mentre questi {{NDR|i [[realismo|realisti]]}} tendono a eliminare il temperamento dell'artista per trasmettere al pubblico il senso di una realtà bruta e come fotografata, l'impressionista esplica una sensibilità particolarmente sottile per elaborare questa realtà, che lo spettatore o il lettore dovrà ricostruire. Il naturalismo conseguente voleva ridurre il temperamento a zero, l'impressionismo, per così dire lo raddoppia. ([[Joseph-François Angelloz]])