Giuseppe Rovani: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Le tre arti: Hayez e Induno
Riga 10:
*[...] tenendo conto di tutto quello che ha fatto e di tutti gli elementi onde risulta il carattere del suo ingegno e del suo stile, a noi pare di poter asserire che Francesco Hayez tenga un gran posto in Italia fra i pittori viventi, e incontrastabilmente sia il primo per la potenza dell'esecuzione, per il prestigio del colore, per la grazia squisita della linea. – È un pittore che ha virtù straordinarie, ma anche peccati gravi, e pur troppo in questi ultimi anni ha mostrato di trascurare il concetto e l'idea, tutto quanto preoccupato della forma e del pennello, motivo per cui ha provocato una critica fin troppo virulenta e severa in coloro che hanno rispetto del pensiero più che di tutto, e che ad un dipinto prodigiosamente eseguito antepongono un quadro in cui l'esecuzione sia appena sufficiente, ma sia grande l'idea e severa la composizione. (vol. 2, pp. 135-136)
*Quelli che asseriscono essere un delirio assurdo il credere indispensabile ai giovani artisti lo studiare per qualche tempo a Roma, guardino un tratto a [[Vincenzo Vela]] e alle sue opere che concepì prima di recarsi alla Capitale delle Arti, e a quelle che modellò ''in illa luce''. Tra quelle prime e quest'ultime opere v'è la differenza che passa tra un'arte che pare un trastullo e un'arte che si risolve in una palestra ardua e solenne; tra la ''Preghiera del mattino'' e lo ''Spartaco'' la distanza è tale, che è difficile credere siano opere ambedue del medesimo artista. (vol. 2, p. 212)
*In Hayez le grazie della forma e della linea sono tali che rendono spesso la bellezza molle e voluttuosa; nell'[[Domenico Induno|Induno]] invece c'era come qualcosa di aspro e di chiuso che gli faceva velo alla bellezza e pareva quasi gli facesse temere di peccare rivelandola altrui; la tavolozza d'Hayez riluce d'una tinta serena che invita e ristora, quella dell'Induno severa invece e cupa, a tutta prima sembrava quasi voler respingere i profani. (vol. 2, p. 231)
 
==''Storia delle lettere e delle arti in Italia''==