Alceste de Ambris: differenze tra le versioni

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L'Argentina e l'emigrazione italiana: incipit
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==''Amendola, fatti e documenti''==
*Il nostro colloquio durò più d'un ore e fu anche assai interessante; ma io non lo riassumerò. Riassumerò invece l'impressione che riportai di [[Giovanni Amendola|Amendola]] nella definizione breve che ho posto in testa a queste righe: L'ultimo dei liberali. <br/>Dei liberali – intendo – del periodo eroico, quando ciò voleva dire combattere un'aspra lotta con la prospettiva continua dell'esilio, della galera, della forca: non già dei profittatori ignobili del [[liberalismo]]. <br/>Si sprigionava dalle sue parole, dalle inflessioni della sua voce, da tutto il suo essere, una convinzione così assoluta nel principio classico della libertà costituzionale come norma di governo, che rendeva superflua ogni discussione. Amendola era veramente l'uomo della legge, intesa in un senso quasi mistico.
 
==[[Incipit]] di ''L'Argentina e l'emigrazione italiana''==
In Italia si ama vivere di frasi fatte. Da quando ad alcuni onestissimi apologisti, che attingono i loro entusiasmi dalle casse della Legazione argentina in Roma, è venuto in mente di qualificare la repubblica dei Figueroa Alcorta e dei Saenz Peña come la ''nazione sorella'' dell'Italia, noi sentiamo ripetere ad ogni occasione questa corbelleria insensata come se fosse un assioma.
 
==Bibliografia==
*Alceste De Ambris, ''Amendola, fatti e documenti'' (1927), Arnaldo Forni Editore, Bologna 1976.
*Alceste De Ambris, ''L'Argentina e l'emigrazione italiana'', [s.i.], [s.n.], 1911.
 
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