Indro Montanelli e Roberto Gervaso: differenze tra le versioni

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→‎L'Italia dei secoli d'oro: Leonello d'Este, marchese di Ferrara
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*[...] fu in nome dell'uno e dell'altro {{NDR|del Papato e dell'Impero}}, cioè giocando l'uno contro l'altro, che gli [[Este]]nsi fin dai primi del Duecento diventarono Signori di Ferrara, e poi la governarono col titolo di Marchesi. (cap. 22, p. 244)
*Come tutti i Signori del loro tempo, {{NDR|gli Estensi}} non erano afflitti da molti scrupoli e non si sentivano vincolati dalle leggi ch'essi stessi promulgavano. Il ricorso alla coppa avvelenata o al pugnale del sicario per sopprimere gli oppositori interni o liberarsi da fastidiosi vicini annettendosene le terre, rientrava nelle abitudini della famiglia. Ma non diventò mai un vizio o un passatempo. Gli Estensi uccidevano con moderazione, e quasi sempre per ragion di Stato, anche se poi questa non era che la ragione estense. (cap. 22, p. 244)
*[[Leonello d'Este|Leonello]], [...], fu una rara combinazione d'intelligenza speculativa e di pratica saggezza, cioè la perfetta incarnazione dell'uomo del Rinascimento. Come statista e diplomatico non ebbe di mira che la pace, e riuscì ad assicurarla non soltanto al suo Marchesato {{NDR|di Ferrara}}. (cap. 22, p. 246)
*Fra i grandi protagonisti della storia, [[Cristoforo Colombo|Colombo]] non è dei più coloriti e avvincenti. Le sue delusioni non furono solo il frutto dell'ingratitudine altrui, ma anche della sua grettezza, aridità e avidità. Ma la sua impresa resta tuttavia fra le più grandi e decisive di tutti i tempi. Il 1492, con cui molti autori fanno finire il Medio Evo e cominciare quello moderno, è davvero una data fondamentale. Essa segna lo spostamento del baricentro mondiale dal [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] all'[[Oceano Atlantico|Atlantico]]. (cap. 27, p. 300)