Giulio Bertoni: differenze tra le versioni

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==La biblioteca estense e la {{sic|coltura}} ferrarese==
===[[Incipit]]===
Quella gentile fioritura di studi che in Ferrara s'effonde nel sec. XV con tanta e mirabile ricchezza di colori, si presenta allo studioso delle lettere come un primaverile risveglio promosso in gran parte e favorito dalla sollecitudine e dallo zelo degli [[Este]]nsi.<br>I Principi introducono e fanno comune in Ferrara il gusto degli studi migliori con chiamare in Corte artisti e letterati, con raccoglier libri d'ogni maniera e con istituire nel loro Castello una privata libreria, documento invero preziosissimo della coltura in quei tempi in Ferrara.<br>A me, che volli, come potevo, indagare le origini ancora oscure della Biblioteca estense, parve offrirsi l'argomento con tutte le seduzioni di una grande varietà e magnificenza, qualora non mi fossi pur tenuto pago alla storia delle lettere, ma avessi anche toccato un poco quella degli usi e dei costumi. E così, procedendo nelle ricerche, i confini del mio lavoro s'allargarono e insieme divennero più chiari e definiti. Mi proposi adunque di animare d'un soffio di vita alcuni inventari di libri estensi del sec. XV e di venir ricamando intorno ad essi uno studio, che più tosto che ispirarsi a puri intendimenti bibliografici avesse lo scopo di recar qualche contributo alla miglior conoscenza della Rinascita Ferrarese e della società colta d'allora. <!-- (Prefazione, ppp. IX-X) -->
 
===Citazioni===