Ugo Ojetti: differenze tra le versioni

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*L'[[architettura]] è nata per essere fondamento, guida, giustificazione e controllo, ideale e pratico, d'ogni altra arte figurativa.<ref>da ''L'architettura (Commenti)'', in ''Dedalo'', 6.1925/26, p. 412.</ref>
*L'[[Italia]] è un Paese di contemporanei senza antenati né posteri perché senza memoria di se stesso.<ref>Citato in [[Indro Montanelli]], ''Il caro indimenticabile Virgilio Lilli'', ''Corriere della Sera'', 2 dicembre 2000.</ref>
*{{NDR|[[Adolfo Wildt]]}} La sua voce ha alti e bassi improvvisi: o grida o bisbiglia. Di corpo egli è piccolo e lieve, agile a cinquantasett'anni quanto un adolescente. I capelli son radi, grigi, corti e ritti. Sul volto raso, ossuto quanto un teschio, la pelle elastica e bruna si distende o si raggrinza in smorfie eccessive. Si direbbe che per un niente egli voglia dare al suo volto il massimo dell'espressione, con quel poco che ha. Tutto è mobile, occhi, sopracciglia, palpebre, narici, labbra, orecchie, e tutto si sposta su quella faccia cubica a distanze inaspettate. Le sopracciglia ecco, si congiungono ad angolo ottuso sul mezzo della fronte, componendo una maschera tragica e plorante, che tien del giapponese. D'un tratto si distendono, si separano, si pacificano, e tra l'una e l'altra restano quattro dita di pelle nuda.<ref> da ''[https://archive.org/details/dedalorassegnada0702ojetuoft/page/452 Lo scultore Adolfo Wildt]'', in ''Dedalo'', Anno VII, 1926/27, vol. II, p. 452.</ref>
*{{NDR|Su [[Henry de Montherlant]]}} [...] uno scrittore muscoloso e spietato, anzi insolente, formatosi, carattere e stile, nella guerra e nello sport più rischioso, tanto che s'è perfino esercitato in parecchie corride a fare da espada. Nelle lodi dei corpi belli e dell'ardimento continuo e del franco piacere, lo stesso D'Annunzio sembra meno sfrontato di lui perché spesso attutisce l'urto con l'olimpica evocazione degli antichi e dell'arte.<ref>da ''Ragazze'', ''Corriere della Sera'', 27 settembre 1936, p. 3.</ref>