Karl Marx: differenze tra le versioni

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*San Max {{NDR|[[Max Stirner|Stirner]]}} riconosce che l'Io riceve uno 'choc' dal mondo fichtiano. Ma che i comunisti siano decisi a far passare sotto il loro controllo questo 'choc' che (se non si riduce a una vuota frase) diventa in realtà uno 'choc' molto complesso e determinato in molteplici modi, questo, per San Max, è un ragionamento troppo ardito perché egli vi si soffermi. (da ''L'ideologia tedesca''<ref name=Garaudy/>)
*Scuotendosi di dosso il giogo politico, la società civile si scuote di dosso i lacci che avvincevano il suo spirito egoista. L'emancipazione politica fu contemporaneamente l'emancipazione della società civile dalla politica, dalla parvenza stessa di un contenuto universale. (da ''La questione ebraica'': 1955-89, vol. I, p. 369)<ref>Citato in [[Domenico Losurdo]], ''Controstoria del liberalismo'', Laterza, 2005, p. 315.</ref>
*[[Spartaco]] fuè unl'uomo veropiù folgorante della storia antica. Un grande generale, (non uncome [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]]!), un personaggio nobile, veramente rappresentativo del [[proletariato]] dell'antichità.<ref>Citato in [[Luciano Canfora]], ''Quando Gladiatore era un Insulto'', Corriere della Sera, 8 novembre 2010.</ref>
*Sulla soglia della [[scienza]], come sulla porta dell'[[inferno]], si deve porre questo ammonimento: <br>Qui si convien lasciare ogni sospetto <br> Ogni viltà convien che qui sia morta. (dalla prefazione a ''Per la critica dell'economia politica'')
*Tanto per la produzione in massa di questa coscienza comunista quanto per il successo della cosa stessa è necessario una trasformazione in massa degli uomini, che può avvenire soltanto in un movimento pratico, in una [[rivoluzione]]; che quindi la rivoluzione non è necessaria soltanto perché‚ la classe dominante non può essere abbattuta in nessun'altra maniera, ma anche perché‚ la classe che l'abbatte può riuscire solo in una rivoluzione a levarsi di dosso tutto il vecchio sudiciume e a diventare capace di fondare su basi nuove la società.<ref>Da ''L'ideologia tedesca'' - Opere complete, V. 5, p. 38.</ref>