Luigi Salvatorelli: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Nella raccolta dei ''Discorsi politici'' del [[Enrico Corradini|Corradini]], il primo, del febbraio 1902, è dedicato a "Le opinioni degli uomini e i fatti dell'uomo"; e sospirando per una dozzina di pagine sulla molteplicità disparata delle opinioni contemporanee, facendo qualche fiacca puntata contro internazionalismo, socialismo, umanitarismo, e in favore del sentimento nazionale, non abbozza, neanche per semplici accenni una dottrina. (vol. I, parte prima, cap. secondo, p. 216)
*Per provvedere alle condizioni di pace e al riordinamento dell'Europa {{NDR|al termine della prima guerra mondiale}} si riunì il 18 gennaio (stesso giorno della proclamazione a Versailles nel 1871 dell'impero tedesco) 1919 la [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|Conferenza di Parigi]], in cui furono rappresentati tutti gli stati vittoriosi (trentadue), ma la cui direzione fu assunta dai capi di governo dei quattro maggiori Stati (i ''Big Four'', come dicevano gli Anglosassoni), [[Thomas Woodrow Wilson|Wilson]], [[David Lloyd George |LLoyd George]], [[Georges Clemenceau|Clemenceau]], [[Vittorio Emanuele Orlando|Orlando]]. Si scatenò, com'era inevitabile, una ridda di tendenze e di appetiti contraddittori: nazionalismi esasperati l'uno contro l'altro e speranze messianiche di trasformazione universale lottarono e si mescolarono insieme. (vol. II, parte terza, cap. quinto, p. 644)
*Il [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]] non fu quel monumento di iniquità di cui parlarono gli estremisti del neutralismo e del pacifismo, a rinforzo del revanscismo tedesco. Ciò che gli dette agli occhi dei Tedeschi – ma non di essi soltanto – la fisionomia di "pace cartaginese" fu, più ancora delle clausole specifiche, il carattere esteriore ostentato d'imposizione. Ogni pace tra vincitori e vinti è per natura pace imposta. Ma si può risparmiare la dignità del vinto con una discussione e redazione in comune, intorno a un tavolo di conferenza, a parità formale di situazione tra i plenipotenziari. (vol. II, parte terza, cap. sesto, p. 669)