*A un certo punto non sono riuscito più a scrivere. Fino al terzo disco tutti i temi sono scritti, invece dopo l’improvvisazione ha preso il sopravvento, tanto che non riuscivo più a fissare nulla. Io penso all’improvvisazione come una composizionecomposizione estemporanea. Ho cominciato a comporre direttamente sulla chitarra, registro degli accordi e poi ci suono sopra con una linea melodica improvvisata come se fosse scritta. È un metodo strettamente legato ai nostri tempi e ai nostri metodi di registrazione, che danno la possibilità di porsi a metà tra la scrittura e l’improvvisazione. Per me l’evoluzione è stata smettere di scrivere, perché quando è successo mi sono avvicinato di più alla musica e al mio strumento, in un dialogo non più filtrato ma diretto, immediato.<ref>Dall'intervista ''[http://www.sicilianpost.it/tra-classica-jazz-ed-elettronica-lo-stile-unico-di-claudio-quartarone/ Tra classica, jazz ed elettronica. Lo stile unico di Claudio Quartarone]'', ''sicilianpost.it'', 3 maggio 2018.</ref>
{{Int|Da ''[http://www.jazzitalia.net/articoli/Int_ClaudioQuartarone.asp#.VspI4H3hDIU Intervista a Claudio Quartarone]''|di Liliana Rosano, ''jazzitalia.net'', dicembre 2010}}