Heinrich Heine: differenze tra le versioni

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*La vita e il mondo sono il sogno di un Dio ebbro, che fugge silenzioso dal banchetto divino e va a dormire su una stella solitaria, ignorando che quando sogna crea... E le immagini di questo sogno si presentano, ora con una variegata stravaganza, ora armoniose e sensate... l'Iliade, Platone, la battaglia di Maratona, la Venere dei Medici, il Muster di Strasburgo, la rivoluzione francese, Hegel, le navi a vapore, sono pensieri che si sono staccati da quel lungo sogno. Ma un giorno il Dio si sveglierà sfregandosi gli occhi addormentati, sorriderà, e il nostro mondo sprofonderà nel nulla senza essere mai esistito... (citato in [[Arturo Pérez-Reverte]], ''La pelle del tamburo'')
*Non lontano da [[Genova]], sulla cima dell'Appennino, si vede già il mare. Fra i verdi cocuzzoli delle montagne compaiono i flutti azzurri, e le navi che si scorgono qua e là sembrano voler salire sui monti a vele spiegate. Se però si gode questa vista al crepuscolo, quando gli ultimi raggi di sole iniziano il loro mirabile gioco con le prime ombre della sera e tutti i colori e tutte le forme si intrecciano nebulosamente, allora par d'essere veramente in una fiaba, la carrozza scende stridendo, le immagini più dolci e sonnecchianti nell'anima vengono bruscamente scosse e tornano ad appisolarsi, e infine si sogna d'essere a Genova. (1960; pp. 357-358)
*Questa città è vecchia senza essere antica, stretta senza essere accogliente, e brutta oltre misura. È costruita sulla roccia, ai piedi di montagne disposte ad anfiteatro che paiono abbracciare bellissimo golfo, per cui i Genovesi hanno avuto in dono dalla natura il porto migliore e più sicuro. Ergendosi la città, come si è detto, su un sol pezzo di roccia, per risparmiare lo spazio si dovettero costruire le case molto alte e le strade molto strette, cosicchècosicché quest'ultime sono quasi tutte oscure e solo in due di esse può passare una carrozza. Ma gli abitanti, che sono perlopiù gente di commercio, adoprano le loro case quasi esclusivamente come depositi per le merci e, di notte, per dormirci; di giorno vanno trafficando per la città o stanno seduti davanti alla porta di casa, anzi dentro la porta, perchè altrimenti quelli che abitano dirimpetto li urterebbero con le ginocchia. (1960; p. 358)
*Dalla parte del mare, specialmente verso sera, [[Genova]] offre una vista migliore. Essa giace in riva al mare come lo scheletro sbiancato di una bestia gigantesca trascinata lì dalla marea, formiche brune che si chiamano Genovesi vi vanno strisciando intorno, le onde azzurre la bagnano mormorando col loro sciacquio una ninnananna, e la luna, il pallido occhio della notte, guarda giù tutta malinconica. (1960; p. 358)
*Nonostante siano perlopiù in decadenza, i [[Palazzi dei Rolli|palazzi]] degli antichi dominatori di Genova, i nobili, sono ancora molto belli e pomposamente adorni. Quasi tutti sorgono sulle due strade più larghe, dette Strada Nuova e Balbi. (1960; p. 359)