Giulio Aristide Sartorio: differenze tra le versioni

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Vittorio Pica
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==Citazioni su Giulio Aristide Sartorio==
*{{NDR|In occasione della sua morte}} Era un lavoratore infaticabile, di una puntualità meticolosa. Gli offrivano, in una esposizione, una sala di tanti metri. Rispondeva che, per il giorno tale, avrebbe consegnato tanti paesi di metri e di centimetri tanti, e ancora non ne aveva dipinto uno; ma arrivava, con le sue casse, all'ora promessa. Per il fregio del parlamento si vantava tranquillo, di aver dipinto in novecentotrenta giorni, duecentottantacinque figure di uomini e di animali su quattrocentocinquanta metri di tela. Teneva questa tela avvolta sopra un gran rullo diritto, e la tela dipinta faceva ogni settimana un passo, come dicono i meccanici, di tanti metri, non uno di meno. ([[Ugo Ojetti]])
*Per lunghi anni il turbinoso vento che anima il fregio di Giulio Aristide Sartorio nell'aula del parlamento in palazzo di Montecitorio è stato sopraffatto da venti contrari. Oggi che la pittura di questo grande artista potrebbe di nuovo essere assunta da molti a modello, il nome di Sartorio resta in penombra o in luce sinistra rispetto a quelli degli artefici consacrati dell'arte moderna. ([[Vittorio Sgarbi]])
*Tra i pittori romani primeggia Giulio Aristide Sartorio, con vari di quei così caratteristici suoi paesaggi a tempera e con una vastissima tela, che occupa tutto il fondo della sala del Lazio e che evoca con abbastanza efficacia, malgrado la disposizione alquanto scenografica e malgrado qualche deficienza formale, specie nel primo piano, la maestà selvaggia e un po' triste della campagna romana, coi suoi immensi pascoli, coi suoi numerosi greggi e coi suoi barbuti mandriani dalle gambe coperte di pelli caprine. ([[Vittorio Pica]])