Giorgio Bassani: differenze tra le versioni

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*Il giardino dei Finzi-Contini non è mai esistito a Ferrara, me lo sono inventato. L'ho collocato a Ferrara perché mi serviva da un punto di vista poetico, avevo bisogno di un fatto di questo genere, e non è mai esistito, né sono mai esistiti i Finzi-Contini come famiglia, né tanto meno Micòl Finzi-Contini. Me lo chiedono in molti: ma è esistita veramente Micòl? Non è mai esistita. Però, naturalmente, Micòl è esistita in quanto che sono esistito io, esisto io, è una forma del mio sentimento, è una parte di me. (da ''Ecologia e letteratura''<!--(1984)-->)
*Ma torniamo a ciò che fin dall'inizio siamo stati. Politici senza esserlo, non è che fossimo contro la civiltà tecnologico-industriale nel cui ambito ormai stavamo e, in qualche modo, eravamo soddisfatti di stare. Volevamo tuttavia che essa, la civiltà tecnologico-industriale, si desse una religione. Non siamo come i Verdi, noi. Ci guardiamo bene dal sognare che l'Italia e il mondo tornino indietro, verso la civiltà [[agricoltura|agricolo]]-forestale da cui tutti proveniamo. Vogliamo però che la civiltà tecnologico-industriale, di cui facciamo parte, la smetta di tentare di convincere il mondo che è opportuno l'avvento di un'epoca di consumatori-consumati. Noi siamo diversi, vogliamo che gli uomini continuino a essere uomini. (da ''I trent'anni di Italia Nostra''<!--(1986)-->)
*Perché la poesia non è il fiore sul vulcano. Brama il contetocontesto, esige le strutture. È il riflesso della vita, la ''prova'' della vita. E, proprio come la vita, non è ''mai'' pura. (da ''Taranto vecchia''<!--(1969)-->)
*Invece che perder tempo a postulare impossibili ritorni ad arcadie pastorali, d'altronde abbondantemente intrise, a scrutarle da vicino, di sangue e di dolore, perché non la forziamo, la civiltà industriale e tecnologica, questo frutto supremo dell'intelletto umano, a darsi una religione? A darcela? (da ''Dalla parte degli animali''<!--(1972)-->)
*Molto spesso, negli intellettuali di sinistra, affiora la preoccupazione di apparire dei perdigiorno innamorati del Bello. Mentre, invece – come del reto Terranova medesimo ha ammesso –, il momento estetico è fondamentale. (da ''Il centro storico di Ferrara''<!--(1973)-->)