Simone de Beauvoir: differenze tra le versioni

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==''L'età forte''==
*La vita degli uomini si esibisce nella sua nudità organica, nel suo calore viscerale: sotto questo aspetto, [[Napoli]] ci stordì, ci nauseò, ci stregò. (cap. IV, p. 237)
*In Via dei Tribunali, attorno a [[Porta Capuana]], guardavamo le piramidi di cocomeri e di melloni, i mucchi di pomodoripomidori, di melanzane, di limoni, di fichi, di uva, i pesci lucenti, e quelle specie di altarini rococò, così graziosi, che i venditori di frutti di mare fabbricano con muscoli e alghe: ignoravamo che il cibo si espone con tanta violenza solo quando la gente crepa di fame. (cap. IV, p. 238)
*Misconoscendo la profondità di quella miseria, poterono piacerci certi suoi effetti; ci piaceva ch'essa sopprimesse tutte le barriere che isolano gli uomini e li diminuiscono: tutto quel popolo abitava il calore di un solo ventre; le parole «dentro», «fuori», avevano perduto il loro significato. Gli antri oscuri in cui rilucevano debolmente delle icone appartenevano alla strada, nel gran letto matrimoniale dormivano dei malati; dei morti riposavano allo scoperto. E l'intimità delle case si espandeva sulla strada. Sarti, calzolai, fabbri, fabbricanti di fiori artificiali; gli artigiani lavoravano sulla soglia della loro bottega; le donne si sedevano davanti alla porta di casa per spidocchiare i loro bambini, rammendare la biancheria, pulire il pesce, sorvegliando i bacili pieni di pomodori schiacciati che esponevano all'azzurro lontano del cielo. Da un capo all'altro della via correvano sorrisi, sguardi, voci, amicizia. Questa gentilezza ci conquistò. (cap. IV, p. 238)
*Intorno a Porta Capuana v'erano quasi in permanenza delle banderuole, delle ghirlande, delle marionette, dei ciarlatani; alla sera si accendevano le candele; e coi loro imbonimenti, le loro dispute, le loro gesticolazioni, i mercanti e i passanti vi creavano una festa. Rivedo quel contadino in piedi sul suo carretto, in mezzo a un carico di cocomeri; con un gesto vivace, intagliava nel frutto un dado sanguigno che esibiva sulla punta del coltello: garantita in tal modo la freschezza del cocomero, lo gettava a un compratore che l'acchiappava al volo; subito, con lestezza vertiginosa, ne incornava un altro e lo lanciava. (cap. IV, p. 238)
*Ogni tanto andavamo a prendere un caffè sotto la [[Galleria Umberto I|Galleria]], mangiavamo i lucidi pasticcini della grande pasticceria Caflish oppue un gelato in [[Piazza del Municipio (Napoli)|Piazza del Municipio]], sulla terrazza del [[Caffè Gambrinus]]. Sfuggendo le asprezze della vita napoletana ne scoprivamo le dolcezze. Peraltro, dappertutto, in qualsiasi momento, il vento ci portava la polvere desolata dei docks, odori umidi e ambigui. Quando salivamo a [[Posillipo]], il candore menzognero di Napoli, in lontananza, non ci ingannava. (cap. IV, pp. 238-239 )
 
==''La terza età''==