Henry de Montherlant: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Giacomanni (discussione | contributi)
Giacomanni (discussione | contributi)
La regina morta
Riga 29:
*''Il fuoco'' è un'opera, nel suo genere, perfettamente compiuta. L'ho riletta or ora: la sua bellezza, il suo potere d'incanto mi sono apparsi così evidenti come il primo giorno [...]. Come la maggior parte delle opere di D'Annunzio, esso prende i suoi spunti un po' dappertutto: dalla pittura, dalla scultura, dalla musica, e tuttavia la sua originalità è del più alto grado.<ref>Da [http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ritagliostampa/bncr_1968218/001 ''D'Annunzio ed io''], ''Il Giornale d'Italia'', 9-10 luglio 1963.</ref>
*Il [[suicidio]] permette di sfuggire alla vita; ma non permette di sfuggire alla caricatura postuma, e specialmente alla caricatura fatta, per leggerezza e passione, delle ragioni del vostro suicidio.<ref name=solinas10>Citato Stenio Solinas, [http://www.ilgiornale.it/news/scelta-stoica-e-terribile-andarsene-modo-suo.html ''La scelta stoica e terribile di andarsene a modo suo''], ''il Giornale.it'', 01 dicembre 2010.</ref>
*Io amo gli esseri umani. Si dice che sono misantropo, lo so. Invece osservo gli uomini. Li guardo vivere. È ciò che mi interessa.<ref name=pensa65>Citato in Carlo Maria Pensa, ''"La regina morta" di Montherlant'', ''Radiocorriere TV'', n. 44, 1965, p. 21.</ref>
*Io sono arrivato alla convinzione che di utile, di cose che valgano ne esistono poche. Se rifletto, non mi rendo nemmeno conto perché ho scritto i miei libri. Perché? Forse per comunicare, per l'appunto, il mio sentimento dell'inutilità: che è l'unica cosa vera che sono riuscito a scoprire. E non è cosa da poco, intendiamoci: poiché sull'inutilità, camuffata o dissimulata da utilità, gira il mondo e gira la vita. Del resto, guai se non fosse così. Non si farebbe più nulla. Eppure bisogna fare qualche cosa, dal momento che si è in questo mondo, per vivere. E questo qualche cosa consiste, per somma stranezza, nella scoperta della reale sostanza della vita, di quel che effettivamente è e perché serve. No, non sono un ateo, non vorrei che lei se ne andasse con questa opinione. Dio! Penso che Dio sia immensamente grande e noi immensamente picccoli; così piccoli che non riusciamo ad intuire nulla, o quasi nulla, di questa grandezza; nulla dei fini per i quali siamo nati. E, nella nostra miseria che è poi ignoranza, ci dibattiamo, ci affanniamo, ci straziamo, ci disperiamo per arrivare a collocarci in un sistema del quale tutto ci sfugge. Ci mettiamo allora a indagare, a escogitare, a inventare. Sì, invenzioni dovute alla nostra incapacità di comprendere i veri fini della creazione. Sicché, quel che noi crediamo di avere scoperto e per cui crediamo di agire, è nulla nulla nulla rispetto alla realtà vera che c'è stata data. E gli anni trascorrono nella illusione.<ref>Dall'intervista di Luigi Maria Personè, ''Il Bacione di Montherlant'', ''La Gazzetta del Mezzogiorno'', 7 ottobre 1972, p. 3.</ref>
*L'ideale del progresso è sostituito dall'ideale dell'[[innovazione]]: non che sia meglio, basta solo che sia nuovo, anche se è peggiore di prima e in modo evidente.<ref name=app04/>
Riga 48:
*Mai vorrei conoscere chi non abbia più niente del bambino che è stato.<ref>Citato in Maurizio Cabona, [http://www.ilgiornale.it/news/guai-agli-adulti-che-non-ricordano-essere-stati-volta.html ''Guai agli adulti che non ricordano di essere stati una volta bambini''], ''il Giornale.it'', 09 luglio 2010.</ref>
*Malatesta vantava la sua discendenza da Scipione l'Africano, col sorriso intimo, io credo, di chi non si lascia ingannare dai propri sogni ma getta nel fuoco tutto ciò che gli si offre per avvivare la fiamma. Con quel medesimo sorriso io stesso ho accolto un giorno la notizia che, se nel latte è contenuto il sangue, in me c'era qualche goccia di sangue malatestiano, dal momento che un'amica di mia madre, che mi allattò, discendeva dai Malatesta — ne constatai la discendenza su di una pergamena vecchia di due secoli — e su di un anello portava lo scudo di Sigismondo.<ref>Da ''Il Malatesta di Montherlant'', ''Il Resto del Carlino'', 28 luglio 1969, p. 3.</ref>
*Mio Dio! In quest'ultimo respiro che ancora mi resta, prima che la spada torni ad annientarmi, fate che essa tagli lo spaventoso nodo di contraddizioni che sono dentro di me, affinché almeno un attimo prima di spirare io sappia finalmente chi sono. (da ''La regina morta''<ref name=pensa65/>)
*Molti Francesi, e tra loro in modo particolare gli intellettuali parigini, assumono arie superiori quando si tratta di [[corrida|tauromachia]]. La tauromachia è qualcosa che va molto lontano. Il dramma taurino, noi possiamo incontrarlo a tutte le cantonate della vita e per tutta la vita. Avrei molte cose da dire a questo proposito e con profondità ben maggiore di quando ne scrivevo trent'anni fa. Quello che dovrei dire è essenzialmente questo: il dramma del toro, nel quarto d'ora della corrida, riproduce la vita dell'uomo, riproduce il dramma dell'uomo: nella passione di un animale l'uomo viene ad assistere alla sua passione.<ref>Da ''Nota IV: Le due porpore'', in ''Il cardinale di Spagna; Port-Royal'', Bompiani, Milano, 1961, p. 141.</ref>
*Non ci si occupa di politica quando si ha un'opera da fare, che si sa che varrà sotto tutti i regimi. Non ci si occupa della propria patria quando si ha un'opera da fare, consapevoli che sarà buona e farà mille volte più onore a questa patria che non gli odi, le vendette, i complotti, le chiacchiere, le mozioni e i guasti degli esagitati politici.‪<ref name=castoldi>Citato in Alberto Castoldi, ''Intellettuali e Fronte popolare in Francia‬'', De Donato, Bari, 1978, p. 138.</ref>
Line 85 ⟶ 84:
*Uno degli orrori della guerra a cui non si presta la dovuta attenzione è che le donne la scampano sempre.<ref name=pallinato/>
*Vi è qualcosa di così inebriante nella solitudine che un essere, pur da me desiderato, accompagnandomi nel giardino guasterebbe il mio piacere, rubandomi a me stesso. O rigenerazione d'essere solo! Solitudine! Solitudine! Come stringerti abbastanza sul mio cuore? (da ''Coups de Soleil''<ref name=serra90/>)
*Via, via, in prigione. In prigione per mediocrità. (da ''La regina morta'', p. 143)
 
==''Aux fontaines du désir''==
Line 294 ⟶ 292:
*'''Don Juan''': Non c'è nulla di straordinario: è la realtà che è straordinaria.
:'''''Don Juan''': Il n'y a pas de fantastique: c'est la réalité qui est le fantastique.'' (p. 1077)
 
==''La regina morte''==
*'''Ferrante''': Via, via, in prigione. In prigione per mediocrità. (da ''La regina morta'', p. 143)
*'''Ferrante''': È pure una gran prova di forza, accettare d'essere disprezzati sapendo di non meritarlo. (p. 160)
*'''Ferrante''': Baciamo la mano che non possiamo recidere. (p. 166)
*'''Inès''': La gloria dei grandi uomini è come le ombre: s'allunga col loro crepuscolo. (p. 205)
*'''Ferrante''': Le donne dicono sempre: 'Allevare un fanciullo perché muoia in guerra!' Ma c'è di peggio: allevare un bambino perché viva, e nella vita si degradi. (p. 235)
*'''Ferrante''': Infiniti atti, per anni, nascono da un atto solo, di un istante. Perché? E ancora. (p. 242)
*'''Ferrante''': Mio Dio! In quest'ultimoquesto poco di respiro che ancora mi restarimane, prima che la spada torni ada annientarmidistruggermi, fate che ch'essa taglitronchi loquesto spaventoso nodo di contraddizioni che sono dentro diin me, affinchécosì che, almeno un attimo prima di spirarecessar d'essere, io sappia finalmente chiche sono. (da ''La regina morta''<refp. name=pensa65/>246)
 
==''La vita è Proteo''==