Isola di Capri: differenze tra le versioni

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Citazioni sull<nowiki>'</nowiki>'''isola di Capri'''.
 
===Citazioni in prosa===
*Archi.<br>Dietro la chiesa parrocchiale, a destra, lungo la via che conduce al chiostro vuoto di Santa Teresa, e più in là, nei meandri di Capri: archi, buio e frescura.<br>So che, a poca distanza, c'è la gran luce meridiana, e il mare: un mare immobile, incandescente, dal quale, sulla curva dove si confonde col cielo, [[Isola d'Ischia|Ischia]], [[Procida]], la [[Penisola sorrentina|penisola Sorrentina]] e il pinnacolo acceso del [[Vesuvio]] escono come dal grembo del caos. Ma oggi nel riflesso del sole e del mare, le disperate {{sic|rupe}} di Monte Solaro e del Castiglione {{sic|dànno}}, a guardarle, la follia; e le viuzze interne di Capri dugentesca sono invece meravigliosamente riposanti.<br>Muraglie e volte, grigie: grigio-perla, grigio-argento, grigio-plumbeo, grigio-lapillo; una fusione di grigi dolce agli occhi come il velluto alle dita: rotta qua e là da risate rosse e verdi (grembialucci di bambini): da {{sic|raggère}} dorate o nerazzurre (zazzere di bambini): da stelle scintillanti nella penombra (occhi di bambini). Il mare?... Il cielo?... Chi ci pensa?... Archi. Archi. Archi.<br>L'uno entra nell'altro con la più snella naturalezza del mondo, senza che una regola architettonica ve lo costringa.[...] Tutte le forme; tutti gli stili; a sesto acuto: a mezzo sesto: {{sic|a gàveta}}: a botte: a schiena d'asino col classico profilo del basto.Tutti gli adattamenti: a riparare un balconcino zampillante di gerani sanguigni: ad accarezzare un tubo di grondaia: a difendere una rampa di scala esterna: e poi, così, senza ragione, per puro lusso estetico, per delizia degli occhi: alti, bassi, storti, mozzi, duri e scarni, pieni e voluttuosi: archi, archi, archi. ([[Ada Negri]])
*L'imperatore [[Tiberio]] governava da Capri quel mondo antico di cui il [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] era il «centro», libero di realizzare qualsiasi capriccio della sua immaginazione. Aveva la certezza fisica di essere il vero padrone di tutto ciò su cui il suo sguardo poteva spaziare. ([[Richard Newbury]])
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*Quando ci venne l'idea – e noi fummo già collaboratori della rivista «Vperëd» – di costituire la scuola di partito per gli operai e farla all'isola di Capri, dietro consiglio del nostro ottimo compagno Vilonov... tale idea poteva sembrare o una trovata romantica o una strana combinazione casuale. Infatti, quando gli operai dalle diverse {{sic|attà}} dell'ex-impero russo giunsero sull'isola, rimasero sommamente sorpresi e tutto, intorno, gli sembrò una fiaba. Uno di loro – un operaio di Sormov – sbalordito guardava, senza parola, il mare più azzurro che il turchinetto nella tinozza, gli scogli infocati dal sole e simili a immense macchie gialle, le spine pungenti dei cactus, i ventagli delle palme, ed infine disse: «Ci hanno fatto viaggiare per migliaia di ''verste'' per portarci su un sassolino». ([[Anatolij Vasil'evič Lunačarskij]])
*Stanco dal lungo viaggio nella Preistoria, l'Indagatore riprese la via del ritorno e giunto all'età mitica riaprì gli occhi e guardò attraverso l'ampia fenditura della Grotta delle Felci che affaccia sul mare e sovrasta la Piccola Marina – quel paesaggio ancora favoloso, vibrante di ricordi omerici.<br>Ma che avveniva?<br>Dal mare odisseo veniva l'eco di un canto antico, dalla costa, tutt'intorno, riverberava il suono della più dolce melopea che abbia mai cullato i sogni degli uomini. Lo Scoglio delle Sirene s'era improvvisamente popolato di esseri favolosi... vaghissime fanciulle che, a differenza delle bagnanti usuali nei loro indecorosi costumi, vi si diportavano completamente, decentemente ignude.<br>Dalla nebbia sciroccosa del passato era emerso un [[w:pentacotero|pentacotero]] dalla sagoma pelagica che a voga forzata arrancava verso il lido. [[Ulisse]], legato all'albero, smaniava...<br>–Che vuol dire tutto ciò? – mormorò trasognato l'Indagatore, lasciandosi sfuggire dalle mani la calotta cranica dell'Uomo Primitivo.<br>Il frammento di cranio, battendo sul suolo, rimbalzò e sussultando, con una voce lontana che veniva dalla Preistoria disse:<br>– È il Mito; il primo mito di questo Mare e di quest'Isola: la più bella favola del mondo. ([[Edwin Cerio]])
 
====[[Ferdinand Gregorovius]]====
*Capri è un luogo fatto apposta per gli uomini stanchi della vita; non saprei indicarne un altro in cui coloro i quali ebbero a soffrire dispiaceri, potessero finire più tranquillamente i loro giorni.
*Il continuo contrasto che regna a [[Capri]] mi ha sempre procurato un grande stupore. L'isola ha tante rocce nude da dare l'impressione di un deserto; ma ha pure grande varietà di tinte, verdura di piante e splendore di fiori. Da questo complesso di deserto e di rocce ne deriva un insieme che ha un aspetto imponente e grazioso ad un tempo. L'animo si sente sereno, inclinato ai pensieri tranquilli; la solitudine invita alla vita romita. Monti, rocce, valli esercitano un'influenza magica; racchiudono lo spirito come dietro ad un'inferriata, attraverso la quale si può contemplare il più bel golfo della terra, circoscritto dalle più amene spiagge.
*Le case piccole e bianche hanno i tetti a foggia di terrazzo ricurvi alquanto nel mezzo. Sono questi per la maggior parte ornati di vasi di fiori ed ivi si stanno la sera le fanciulle a godere il fresco e a contemplare la vastità del mare tinto di rosa. Le case sono attorniate per lo più da un terrazzino o da una loggia coperta o veranda, resa più graziosa di solito da una pianta di vite e da vasi di ortensie, garofani e oleandri. Quando il giardino è aderente alla casa, vi dà accesso per lo più un pergolato che congiunge questo a quella. Ciò forma il più bell'ornamento delle abitazioni dell'isola, imperocchè consiste in un basamento in muratura a doppia fila, sul quale sorgono i pilastri che sostengono le traverse in legno a cui si appoggia la vite. Tutti quei pilastri e quelle colonne dànno alle case, anche alle più povere, un certo aspetto grandioso ed alla loro architettura un carattere antico e ideale. Si direbbero i portici di un tempio; ricordano più di una volta le colonne delle case di Pompei (''L'isola di Capri'', vol IV, pp. 115-116)
*Le donne non sono tanto belle, per quanto siano piacevoli e graziose. I loro tratti hanno sovente un qualche cosa di originale, e le linee del loro viso, sormontato da una piccola fronte, sono regolari; il loro profilo è spesso distinto, i loro occhi sono di un nero ardente o di un grigio verdognolo; il colorito bruno, la foggia dell'acconciatura del capo, i coralli e gli orecchini d'oro che portano costantemente, dànno loro un aspetto orientale. Vidi spesso, specialmente nel paese di Capri, {{sic|fisonomie}} di vera e rara bellezza e nell'osservarle coi capelli scarmigliati, gli occhi nerissimi e grandi che parevano lanciare fiamme, sorgere nelle camere oscure dai loro telai e venir fuori, mi sembrò di vedermi comparire dinanzi tante Danaidi. In Capri s'incontrano di frequente figure che si direbbero staccate da una tela del [[Perugino]] o del [[Pinturicchio]], di una soavità incomparabile. Le donne portano, particolarmente in Capri, i capelli disposti con gusto artistico nella sua semplicità, scendenti al basso, e trattenuti da uno spillo d'argento. Talvolta fissano il ''mucadore'' alla testa con una catenella ed allora hanno davvero l'aspetto di donne di paesi remoti.
*Più di una volta, di buon mattino, io son rimasto ad ascoltare il canto degli uccelli marini quando scendono sugli scogli e svolazzano sulle onde, ed alla sera la loro voce m'è apparsa più lamentosa, simile al suono delle {{sic|arpi}} eoliche, che riportano inconsciamente ai desiderî del passato. Sapevo che su i Faraglioni si trovano pure alcioni venuti dall'isola di Ustica e dalla grotta d'Alghero in Sardegna, e se io avessi avuto vent'anni di meno, avrei domandato loro di portarmi in quella rara grotta, o nella foresta di Milis, dove {{sic|cinquecento mila}} piante di aranci fan mostra dei lor fiori e dei lor frutti, e dove notte e giorno risuona il canto dell'usignolo. Colà mi avrebbero potuto deporre un mattino, ai piedi della pianta di aranci più alta d'Europa, grande quanto un'elce, dove il marchese Boyl fa ai suoi ospiti gli onori della sua villa. Sono sogni, è vero, ma chi può rimanere qualche istante sulla Marina piccola di Capri senza lasciare sciolta la briglia alla propria fantasia? La solitudine e l'aspetto deserto della spiaggia sono magici, in ispecie nel silenzio della notte, al lume di luna, quando non si ode altro che il frangere delle onde che incessantemente si succedono le une alle altre, quando gli scogli e i capi si perdono nell'ombra, e le fiaccole delle barche pescherecce ora brillano sulla superficie del mare, ora scompaiono.
*Siccome poi vissi colà felicissimi giorni e nessuna località al mondo così completamente visitai, perlustrando ogni suo angolo più remoto, ogni sua grotta accessibile, e posi affetto a Capri e ai suoi abitanti, voglio usare a quest'isoletta il trattamento di quei navigatori riconoscenti, che appendevano una tabella votiva e sotto vi scrivevano: ''Votum fecit; gratiam recepit''.
*Suonavano le campane allorquando approdammo; una graziosa fanciulla, figlia di un pescatore, si avanzò nell'acqua, afferrò la barca e, tenendola ferma alla riva, ci permise di scendere a piedi asciutti. Nello spiccare un salto sul suolo dell'isola di Capri, che io mi ero raffigurata tante volte sotto il nordico cielo natio, mi parve di trovarmi nella stessa mia casa. Tutto era silenzio e tranquillità; non si vedevano che un pescatore e due ragazzi intenti a bagnarsi presso uno scoglio, due giovanette sulla spiaggia, e tutto all'intorno rupi severe. Ero dunque giunto in una solitudine selvaggia e romantica insieme. (''L'isola di Capri'', vol IV, pp. 100-101)
*Tutte le rarità antiche però scompaiono di fronte alla vista stupenda che si gode dalla collina di Castello, sul mare di Sicilia, sul golfo azzurro di Napoli e sulla rupe maestosa di Anacapri. Si vedono pure di là la rupe scoscesa che dà a mezzodì, nonchè i tre picchi che si slanciano verso il cielo a foggia di obelischi granitici, denominati i [[Faraglioni di Capri|Faraglioni]]. Ai piedi della collina, trovasi una delle località più romantiche dell'isola, la Marina piccola, spiaggia angusta, esposta a mezzogiorno, incassata nelle rocce, i cui massi rotolati in mare si avanzano a foggia di penisola. Sorgono ivi, quasi scavate nella roccia, due casette solitarie di pescatori; in quel punto la spiaggia può ricettare a mala pena due barche. Seduto colà, uno si può credere solo al mondo. Il golfo di Napoli, le sue spiagge, le sue isole, le sue vele, sono scomparse quasi non esistessero; la vista spazia unicamente sull'immensità del mare nella direzione della [[Sicilia]] e più lontano dell'[[Africa]]. Non si vede che acqua, e la fantasia può trasportarsi ugualmente a Palermo, a Cagliari ed a Cartagine.
*Tutto qui è grazioso, piacevole, in miniatura, e fa davvero piacere osservare le ragazze nelle loro piccole case occupate a dipanare le matasse di seta color d'oro od a tessere nastri di variopinti colori. L'industria delle donne, sia di Capri che di Anacapri, consiste nella coltivazione di poca quantità di seta e particolarmente nella tessitura dei nastri. I telai sono continuamente in moto. Il cotone e la seta vengono forniti dai mercanti di Napoli, i quali retribuiscono magramente l'opera delle assidue lavoratrici. Esse tessono nastri di ogni colore; bisogna vederle, intente in quel lavoro omerico, nelle loro camerette o su i terrazzi, in mezzo ai fiori, dinanzi al mare; offrono uno spettacolo graziosissimo ed è un piacere scambiare alcune parole con quelle piccole Circi, dalla chioma corvina.
*Un mese intiero ho vissuto nell'isola di Capri ed ho goduto, in tutta la sua pienezza, la solitudine magica di quella marina. Così potessi io riprodurre le sensazioni ivi provate! Ma è impossibile descrivere con parole la bellezza e la tranquillità di quella romita solitudine. [[Jean Paul Richter|Giampaolo Richter]], contemplandola dalla terra ferma, ha paragonato Capri ad una sfinge; la bella isola a me è apparsa simile ad un sarcofago antico, fiancheggiato dalle Eumenidi scarmigliate, su cui campeggiasse la figura di [[Tiberio]]. La vista dell'isola ha sempre esercitato su me un vero fascino per la sua conformazione monumentale, per la sua solitudine, e per i cupi ricordi di quell'imperatore romano, che, signore del mondo intiero, considerava quello scoglio come sua unica e vera proprietà.
 
====[[Raffaele La Capria]]====
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*Se è vero che ci sono nel mondo isole belle come Capri, nessuna isola, nessuna al mondo può vantare una storia come quella di Capri.
 
===Citazioni in versi===
====[[Pablo Neruda]]====
*''L'isola è la cetra che fu collocata sull'alto sonoro | e corda per corda la luce provò dal giorno remoto | la sua voce, il colore delle lettere del giorno, | e dal suo recinto fragrante volava l'aurora | abbattendo la rugiada ed aprendo gli occhi d'Europa.''