L'inferno di Dante: differenze tra le versioni

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canto III
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*Il racconto scorre più soave e piano che mai, ma riflettiamo un attimo alla incredibile sofisticazione del congegno espositivo: Dante, insomma, ci sta dicendo che in un'oscura costa Virgilio gli ha detto, che nel Limbo Beatrice gli ha detto, che nell'alto dei cieli Lucia gli ha detto, che la Madonna le ha detto di correre in soccorso di Dante... <ref>Ibid., p. 26</ref>
 
==Canto III==
 
*Fatto è, che in nessun altro canto come in questo (e nel successivo) Dante si tiene tanto addossato al suo Virgilio: Non si contano i versi che meriterebbero di esser letti con il testo del VI libro dell'Eneide a fronte. Meriterebbero: infatti, le variazioni che Dante apporta nel travaso da lingua a lingua, da cultura a cultura, minime spesso, sono sempre, comunque, decisive.<ref>Ibid., p. 37</ref>
 
*Polifonia sgangherata della dannazione. Dalla turba dei dannati che ondeggia nel buio non s'alzano due voci che s'accordino. Ognuno soffre per sé. La solitudine è l'estrema sanzione della pena.<ref>Ibid., p. 38</ref>
 
==Note==