Nello Tarchiani: differenze tra le versioni

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→‎Firenze: nota Gentile da Fabriano
→‎Firenze: nota Carmine
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*Il [[Filippo Brunelleschi|{{sic|Brunellesco}}]], {{sic|a}} malgrado studi e misuri a Roma gli avanzi imperiali, trae i suoi canoni dall'arte romanica, quali gli offriva la mole mirabile di San Giovanni<ref>Battistero di San Giovanni a Firenze.</ref>; [[Donatello]], per quanto faccia tripudiare i suoi putti gioiosi, rimane un romantico; mentre [[Masaccio]], anche se ha non so quale grandiosità e solennità classica, si ricollega direttamente a Giotto nell'esprimer la vita, è di Giotto l'immediato e il solo continuatore. (pp. 81-82)
*Filippo Brunelleschi è veramente il trasformatore della città sua; quegli che ha una nuova visione e l'offre ai suoi concittadini, liberandoli quasi d'un tratto da ogni ricordo e rimanenza goticizzante, e richiamandoli piuttosto alla più pura, più sincera tradizione romanica. Per tutto il secolo decimoquinto almeno, l'architettura fiorentina ha da lui o deriva da lui le sue forme. (p. 82)
*[...] [[Masolino da Panicale]] riportava di Lombardia un'arte, come quella di Gentile<ref>Gentile di Niccolò di Giovanni di Massio, detto Gentile da Fabriano (1370 circa – 1427), pittore italiano.</ref>, cortigianesca, e pur ravvivata da una sottile osservazione del vero; e nella cappella dei Brancacci al Carmine<ref>Basilica di Santa Maria del Carmine a Firenze.</ref>, se nei nudi del ''Peccato originale'' si dimostrava modellatore maldestro, nella ''Guarigione dello storpio'' raggiungeva una drammaticità di sceneggiatura ed una potenzialità di chiaroscuro, che dovettero apparir cosa novissima ai pittori fiorentini. (pp. 117-118)
 
==Note==