Johannes Brahms: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni su Johannes Brahms: riferimento fra parentesi quadre al Maestro a cui alludeva Schumann
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* Se mai rammenta qualcosa, la sua musica ricorda in genere il tardo Beethoven. Per altro trasvola attraverso tutte le sue opere qualcosa di tipico del canto popolare, ed è questo soprattutto, io credo, che presta a tutta la sua produzione l'incanto che avvince gli animi. E poi vi è la massima immediatezza e originalità anche nelle più singolari e meravigliose combinazioni, che da per tutto si presentano assolutamente genuine e quasi primitive, ma proprio per questo di così magnifico effetto. (Da una lettera del novembre 1853 del compositore Albert Dietrich al direttore d'orchestra Ernst Naumann. In: Albert Dietrich, ''Il giovane Brahms. Lettere e ricordi''. Trad. ital. di Marina Caracciolo. LIM, Lucca, 2018).
* Il mattino seguente, il tempo era selvaggio e tempestoso; ciononostante, il Maestro accompagnò in carrozza il suo giovane amico per alcune miglia sulla via del ritorno, e quando scese, Henschel continuò a seguire, sulla diligenza che si allontanava, la sua figura che pian piano svaniva, e portò con sé, come ultima impressione dell'isola di Rügen, un'immagine che era tutta "brughiera, e nuvole, e - Brahms". (Florence May, ''Johannes Brahms' Leben'', Breitkopf & Härtel, Leipzig, 1911; vol. II, p.165).
* Ed è venuto questo giovane sangue, alla culla del quale hanno vegliato Grazie ed Eroi. Si chiama: ''Johannes Brahms''. Raccomandatomi poco prima da un Maestro conosciuto e amato [Joseph Joachim], è arrivato da Amburgo, dove componeva in un silenzio oscuro, ma istruito da un insegnante ottimo ed entusiasta alle forme più difficili dell'arte. Trasparivano dalla sua persona tutti quei segni che ci annunciano: ecco un eletto! Quando di mise al pianoforte, cominciò a scoprirci regioni meravigliose: noi venimmo attratti in un circolo sempre più magico. ([[Robert Schumann]], dall'articolo ''Neue Bahnen'' in ''Neue Zeitschrift für Musik'', 28 ottobre 1853; cit. in ''La Musica Romantica'', a cura di Luigi Ronga, Einaudi, Torino, 1970; pp. 233-234)
 
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