Umberto Galimberti: differenze tra le versioni

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*Se non si dà apprendimento senza gratificazione emotiva, l'incuria dell'emotività, o la sua cura a livelli così sbrigativi da essere controproducenti, è il massimo rischio che oggi uno studente, andando a scuola, corre. E non è un rischio da poco perché, se è vero che la scuola è l'esperienza più alta in cui si offrono i modelli di secoli di cultura, se questi modelli restano contenuti della mente senza diventare spunti formativi del cuore, il cuore comincerà a vagare senza orizzonte in quel nulla inquieto e depresso che neppure il baccano della musica giovanile riesce a mascherare. (p. 38)
*L'eccesso emozionale e la mancanza del raffreddamento riflessivo portano sostanzialmente a quattro possibili esiti: 1) lo ''stordimento dell'apparato emotivo'' attraverso quelle pratiche rituali che sono le notti in discoteca o i percorsi della droga; 2) il ''disinteresse per tutto'', messo in atto per assopire le emozioni attraverso i percorsi dell'ignavia e della non partecipazione che portano all'atteggiamento opaco dell'indifferenza; 3) il ''gesto violento'', quando nn omicida, per scaricare le emozioni e per ottenere un'overdose che superi il livello di assuefazione come nella droga; 4) la ''genialità creativa'', se il carico emotivo è corredato da buone autodiscipline. (p. 42)
*(...) prima del lettino dello psicoterapeuta dove le parole si scambiano, come è noto, a pagamento, prima dei farmaci che soffocano tutte le parole con cui potremmo imparare a nominare e a conoscere i nostri moti d'anima, dobbiamo convincerci della necessità e dell'urgenza di un'educazione emotiva preventiva, di cui scarsissime sono le occasioni in famiglia, a scuola e nella società. (p. 49)
*Conoscevamo la follia come eccesso della passione. Ne vedevamo i sintomi, ne prevedevamo i possibili scenari. Oggi sempre più di frequente, nell'universo giovanile, la follia veste gli abiti della freddezza e della razionalità, non lascia trasparire alcunché ed esplode in contesti insospettabili che nulla lasciano presagire e neppure lontanamente sospettare. (p. 50)
*Il sentimento non è languore, non è malcelata malinconia, non è struggimento dell'anima, non è sconsolato abbandono. Il sentimento è ''forza''. Quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, ''si decide'', perché in una scelta piuttosto che in un'altra ci si sente a casa. E guai a imboccare per convenienza o per debolezza, una scelta che non è la nostra, guai a essere stranieri nella propria vita. (p. 54)
*Se chiamiamo "intimo" ciò che si nega all'estraneo per concederlo a chi si vuol far entrare nel proprio segreto profondo e spesso ignoto a noi stessi, allora il pudore, che difende la nostra intimità, difende anche la nostra ''libertà''. E la difende in quel nucleo dove la nostra ''identità'' personale decide che tipo di ''relazione'' instaurare con l'altro. (p. 57)
*Iniettarsi eroina si dice in italiano "bucarsi". Il corpo si fa "abisso", che etimologicamente significa "senza fondo". Allo stesso modo in francese "essere alcolizzato" si dice "bere come un buco (''boire comme un trou'')". Tossici e alcolizzati parlano in greco antico e descrivono la loro incapacità di "contenere" con immagini platoniche. (p. 66)
*(...) Il desiderio che, come ci ricorda Platone, è fatto di "mancanza " e di "nulla", chiede che si aumenti la dose, per cui in un certo senso la tossicomania riprodurrebbe, come nessun'altra cosa, il perfetto funzionamento del desiderio, che non cerca il piacere nel mondo, ma l'estinzione rapida e immediata di quella "mancanza" che è la sua struttura costitutiva. Nessuno infatti desidera ciò che ha, ma solo ciò che non ha. ''Il nulla è l'anima del desiderio'' che, nella sua versione anestetica, rende l'appetito irresistibile e il piacere insoddisfacente. (p. 70)
A partire dal Sessantotto e via via nel corso degli anni successivi, la contrapposizione tra il permesso e il proibito tramonta per far spazio a una contrapposizione ben più lacerante che è quella tra il ''possibile'' e ''l'impossibile''. (p. 80)
 
==''La terra senza il male''==