Umberto Galimberti: differenze tra le versioni

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==''L'ospite inquietante''==
===[[Incipit]]===
{{Vedi anche|L'ospite inquietante (Galimberti)}}
Un libro sui giovani: perché i giovani, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E non per le solite [[crisi esistenziale|crisi esistenziali]] che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il [[nichilismo]], si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.<br />Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Il presente diventa un assoluto da vivere con la massima intensità, non perché questa intensità procuri gioia, ma perché promette di seppellire l'angoscia che fa la sua comparsa ogni volta che il paesaggio assume i contorni del deserto di senso.
 
===Citazioni===
*Gli uomini non hanno mai abitato il mondo, ma sempre e solo la descrizione che di volta in volta il mito, la religione, la filosofia, la scienza hanno dato del mondo. (p. 15)
*Portiamo ancora in noi i tratti dell'uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi inscritti in un orizzonte di senso, con un bagaglio di idee proprie e un corredo di sentimenti in cui si riconosceva. L'età della tecnica ha abolito questo scenario ''umanistico'', e le domande di senso restano inevase non perché la tecnica non è ancora abbastanza perfezionata, ma perché non rientra fra le sue competenze trovar risposte a simili domande. La tecnica, infatti, non tende a uno scopo, non promuove un senso, non apre scenari di salvezza, non redime, non svela la verità: la tecnica ''funziona''. (p. 21)
*In cosa consiste questa crisi? In un cambiamento di segno del futuro: dal ''futuro-promessa'' al ''futuro-minaccia''. E siccome la psiche è sana quando è aperta al futuro (a differenza della psiche depressa tutta raccolta nel passato, e della psiche maniacale tutta concentrata sul presente) quando il futuro chiude le sue porte o, se le apre, è solo per offrirsi come incertezza, precarietà, insicurezza, inquietudine, allora, come dice Heidegger, "il terribile è già accaduto", perché le iniziative si spengono, le speranze appaiono vuote, la demotivazione cresce, l'energia vitale implode. (p. 26)
*La mancanza di un futuro come promessa priva genitori e insegnanti dell'autorità di indicare la strada. Tra adolescenti e adulti si instaura allora un rapporto ''contrattualistico'', per effetto del quale genitori e insegnanti si sentono continuamente tenuti a giustificare le loro scelte nei confronti del giovane, che accetta o meno ciò che gli viene proposto in una rapporto ''egualitario''. Ma la relazione tra giovani e adulti non è simmetrica, e trattare l'adolescente come un proprio pari significa non contenerlo e soprattutto lasciarlo solo di fronte alle proprie pulsioni e all'ansia che ne deriva. (p. 29)
*Ma chi tra gli insegnanti accerta, oltre alle competenze culturali dei propri allievi, il grado di autostima che ciascuno di loro nutre per se stesso? Chi tra gli insegnanti è consapevole che gran parte dell'apprendimento dipende non tanto dalla buona volontà, quanto dall'autostima che innesca la buona volontà? Chi, con opportuni riconoscimenti, rafforza questa autostima, primo motore della formazione culturale, ed evita di distruggerla con epiteti e derisioni che, rivolti a persone adulte, porterebbero di corsa in tribunale? (p. 32)
*Se non si dà apprendimento senza gratificazione emotiva, l'incuria dell'emotività, o la sua cura a livelli così sbrigativi da essere controproducenti, è il massimo rischio che oggi uno studente, andando a scuola, corre. E non è un rischio da poco perché, se è vero che la scuola è l'esperienza più alta in cui si offrono i modelli di secoli di cultura, se questi modelli restano contenuti della mente senza diventare spunti formativi del cuore, il cuore comincerà a vagare senza orizzonte in quel nulla inquieto e depresso che neppure il baccano della musica giovanile riesce a mascherare. (p. 38)
*L'eccesso emozionale e la mancanza del raffreddamento riflessivo portano sostanzialmente a quattro possibili esiti: 1) lo ''stordimento dell'apparato emotivo'' attraverso quelle pratiche rituali che sono le notti in discoteca o i percorsi della droga; 2) il ''disinteresse per tutto'', messo in atto per assopire le emozioni attraverso i percorsi dell'ignavia e della non partecipazione che portano all'atteggiamento opaco dell'indifferenza; 3) il ''gesto violento'', quando nn omicida, per scaricare le emozioni e per ottenere un'overdose che superi il livello di assuefazione come nella droga; 4) la ''genialità creativa'', se il carico emotivo è corredato da buone autodiscipline. (p. 42)
 
==''La terra senza il male''==
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*Umberto Galimberti, ''Il corpo'', Giangiacomo Feltrinelli Editore.
*Umberto Galimberti, ''Il segreto della domanda'', Apogeo, Milano 2008.
*Umberto Galimberti, ''L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani'', Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2007.
*Umberto Galimberti, ''La casa di psiche. Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica'', Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2005.
*Umberto Galimberti, ''Psichiatria e fenomenologia'', Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2006.