Matteo Marangoni: differenze tra le versioni

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*Per raggiungere la poesia dell'indefinito [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] ha capito che la ''forma'' doveva cedere il posto alla ''luce'', e che il chiaroscuro doveva quindi trasformarsi in un nuovo elemento d'espressione più sottile e incorporeo: questo fu lo ''sfumato''; elemento ben diverso dal ''chiaroscuro'', usato sino allora, e che aveva, al contrario, l'ufficio di rendere il senso plastico e definito delle cose. (p. 126)
*Ricordate come un Vermeer, nonostante la sua amorosa cura dei particolari, riuscisse col mezzo della luce a darci dei capolavori di unità stilistica, [...]. (p. 148)
*Oltre il Dolci, e, qualche volta, il Perugino – il primo che vorrebbe fare il verso al Correggio, il secondo a Leonardo e a Raffaello – un altro dei grandi amori del pubblico è l'insipido [[Bernardino Luini|Luini]], delizia delle anime candide educate sulle pie immagini oleografiche; anch'egli nutrito di morbidi sentimentalismi; il quale di Leonardo non ha preso che i rifiuti (Quante proteste mi par di sentire! Povero me: come farò mai ad aprir gli occhi a tanti illusi?). (pp. 155-156)
*L'ideale di Raffello consiste in un equilibrio morale calmo e sereno, che ignora completamente la passione. (p. 138)
*Il [[manierismo]] nasce [...] tutte le volte che un artista si lascia prendere la mano dalle seduzioni della forma, a scapito di quel famoso {{sic|resultato}} che è la sintesi di forma e contenuto. (p. 242)