Beowulf: differenze tra le versioni

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*''sóna þæt onfunde | sé ðe flóda begong<br>heorogífre behéold | hund misséra<br>grim ond graédig | þæt þaér gumena sum<br>ælwihta eard | ufan cunnode·<br>gráp þá tógéanes· | gúðrinc geféng<br>atolan clommum· | nó þý aér in gescód<br>hálan líce· | hring útan ymbbearh<br>þæt héo þone fyrdhom | ðurhfón ne mihte<br>locene leoðosyrcan | láþan fingrum.<br>Bær þá séo brimwylf | þá héo tó botme cóm<br>hringa þengel | tó hofe sínum<br>swá hé ne mihte | --nó hé þæs módig wæs--<br>waépna gewealdan | ac hine wundra þæs fela<br>swecte on sunde· | saédéor monig<br>hildetúxum | heresyrcan bræc·<br>éhton áglaécan.''
:Scoprì subito, | chi aveva custodito<br>per cento stagioni | il letto dei flutti,<br>vorace come una spada, | feroce, rapace,<br>che un uomo venuto dall’alto | perlustrava il paese<br>delle Creature di Fuori. | Si lanciò ad afferrarlo,<br>strinse l’uomo di guerra | negli orribili artigli.<br>Ma non riuscì a penetrargli | nel corpo, intatto: all’esterno<br>era cerchiato di anelli, | cosi che non poteva<br>passargli la veste di guerra, | la cotta ammagliata sul petto,<br>con le sue dita odiose. | Allora la Lupa del lago,<br>calando verso il fondo, | si portò nella tana<br>il signore degli anelli: | che, perciò, non poteva,<br>per animoso che fosse, | maneggiare le armi;<br>e molte meraviglie | lo straziarono, in quegli abissi,<br>mille bestie marine | gli punsero la camicia di guerra<br>con i corni agguerriti, | gli minacciarono morte. ('''Koch''', p. 133)
:s’accorse subito chi la distesa dei flutti<br>teneva famelica da cinquanta stagioni,<br>feroce e vorace, che un uomo<br>esplorava dall’alto la terra dei mostri;<br>gli s’avventò contro, afferrò il guerriero<br>in una stretta tremenda; tuttavia dentro non ferì<br>il corpo illeso, da fuori lo protessero gli anelli<br>così che non le riuscì di passare con dita ostili<br>la veste di guerra, la cotta intrecciata.<br>La lupa delle acque, quando giunse al fondo,<br>portò il principe degli anelli alla sua casa<br>così ch’egli non poté – per quanto coraggioso –<br>brandire armi ma tanti strani esseri<br>lo vessarono nell’acqua, bestie marine<br>lacerarono a zannate la cotta di guerra,<br>pressarono l’avversario. ('''Brunetti''')
:D'un subito, la creatura che, con brama crudele, famelica e cupa, per cento stagioni aveva retto quell'equoreo reame, percepì che, dall'alto, un uomo era disceso per vedere la dimora degli esseri inumani. Allora lo ghermì, afferrò l'audace guerriero tra le sue grinfie tremende. Ma non poté giungere a ferirgli il corpo, che rimase intatto: la cotta di maglia lo avvolgeva e proteggeva, sì che ella, con le dita crudeli, non poté penetrare la camicia di anelli di ferro che egli indossava per la battaglia. Poi, lei, quella lupa delle onde, spingendosi verso il fondo del mare, trascinò con sé, nella propria dimora, il principe rivestito di ferro. E egli non riuscì a usare le armi - che ira ne provò! - perché infiniti, strani mostri lo tormentarono e gli diedero pena mentre nuotavano, e molti animali marini, con zanne feroci, cercarono di laceragli l'usbergo; era incalzato e circondato da distruttori malvagi. ('''Tolkien''', p. 121)