Friedrich Julius Stahl: differenze tra le versioni

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*Ciò che [[Platone]] chiama giustizia dello Stato, è piuttosto la bellezza di quello; poiché ciò che distingue il Giusto dal Bello è questo: nel Bello si aduna la ricchezza d'una esistenza varia e molteplice, ma priva di coscienza e senza che le parti siano soddisfatte. Il Giusto invece conferisce ad ogni essere una sussistenza propria, una interna soddisfazione e un movimento indipendente, acciocché anch'esso a sua volta entri come un tutto, e si attui liberamente nel tutto maggiore. Ma ciò non si trova nello Stato di [[Platone]]. Egli sacrifica l'uomo, la sua felicità, la sua libertà, la stessa sua morale perfezione; infatti questo Stato non esiste che per sé stesso, perché appaia la sua nobiltà e magnificenza, e i cittadini non sono ad altro destinati che a servire, come semplici membri alla bellezza della sua costruzione. Quindi egli ha il carattere rappresentativo, come tutte le cose belle; è un'opera artistica che sembra di esistere meno per le sue proprie parti, che per chi la contempla. (p. 12)
*[[Ugo Grozio]] è l'autore di quel sistema di filosofia del dritto che si distingue col nome di «Dritto naturale» e che per più di un secolo prevalse nella teoria e nella pratica, anzi era reputato siccome l'unico possibile ; perocché ciò che durante questo periodo suolsi distinguere come una serie di diversi sistemi (sistema socialista, sistema del timore, della pace esterna, ecc.), altro non è che i modi particolari di sviluppo di quest'unico sistema. La sua opera sul dritto della guerra e della pace, in cui è esposto questo sistema, ha per oggctlo principale anzi unico il gius delle genti. (p. 177-178)
*Era mestieri a [[Ugo Grozio|Grozio]] di dimostraze in via preliminare che il dritlodiritto in generale ci è dato dalla natura (''jus naturale''), ed ha valore indipendcntementcindipendentemente da qualunque legislaziuiielegislazione positiva; che esso non fu trovato e introdotto dagli uomini per cagione d'utilità e di egoismo, per modo che possa eludersi quando l'utilità e l'egoismo così consigliano, ma ha per fondamento un principio etico, il quale obbliga assolutamente gli uomini. Confutare quella teoria dell' utile e della prudenza, difesa nell'antichità specialmente da Carneade, e stabilire un principio etico del dritto; tale è lo scopo di tutte le sue ricerche nei prolegomeni della sua opera, coi quali comincia principalmente la nuova èra della filosofia del dritto. Egli fonda questo dritto moralmente obbligatorio per sé stesso, nella natura sociale o l'istinto sociale dell'uomo (''socìalis natura, appettimi socialis''). L'uomo, egli dice, ha l'istinto di far comunanza cogli altri e veramente una comunanza pacifica e razionalmente ordinata. (p. 178)
*[[Ugo Grozio|Grozio]] muove da un principio etico ed universale del dritto, nello stesso modo e conforme a questo principio attribuisce anche allo [[Stato]] un significato della medesima natura. Lo Stato è la perfetta riunione di uomini liberi, per mezzo dei quali deve essere attuata la legge di natura: cioè, una società pacifica ed ordinata. (p. 181-182)
*{{NDR|Lo [[Stato]]}} [[Ugo Grozio|Grozio]] lo considera come una medesima cosa col popolo, con gli associati tra loro; e però non intende per cosa pubblica se non quello che è utile a tutti, e non già quello che è maggiormente necessario sopra tutti. È vero che egli non considera il popolo come identico allo [[Stato]], se non in quanto è animato da un solo e medesimo spirito, cioè, appunto dallo spirito della piena ed intiera associazione nella vita civile (''vìtae civilis consociatio plena''); il cui primo prodotto è il potere supremo. (p. 182-183)