Beowulf: differenze tra le versioni

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*''Þá wæs Hróðgáre | herespéd gyfen<br>wíges weorðmynd | þæt him his winemágas<br>georne hýrdon | oðð þæt séo geogoð gewéox<br>magodriht micel· | him on mód bearn<br>þæt healreced | hátan wolde<br>medoærn micel | men gewyrcean<br>þone yldo bearn | aéfre gefrúnon<br>ond þaér on innan | eall gedaélan<br>geongum ond ealdum | swylc him god sealde<br>búton folcscare | ond feorum gumena·''
:Arrisero allora, a [[Hroðgar|Hrōðgār]],<br>grandi successi militari, | segni di prestigio in guerra,<br>tanto che amici e parenti | gli ubbidivano lieti,<br>mentre i giovani si facevano | un seguito, grande e forte.<br>Gli venne in mente | la voglia di ordinarsi<br>una reggia di corte | di costruire un'immensa<br>casa per l'idromele, | da parlarne in eterno<br>i figli degli uomini; e dentro | dividere ogni cosa<br>che Dio gli aveva dato | con gli anziani e coi giovani,<br>tolti il demanio pubblico | e la vita degli uomini. ('''Koch''', pp. 9-11)
:A Hrothgar fu concesso successo d’eserciti,<br>gloria di guerra così che di buon grado gli ubbidivano<br>i suoi amici e congiunti, finché s’accrebbero i giovani,<br>un grande seguito; gli venne in animo<br>di voler ordinare una sala, far costruire<br>una grande casa dell’idromele<br>che per sempre fosse nota ai figli degli uomini<br>e là dentro tutto dividere<br>tra vecchi e giovani quanto dio gli dava<br>tranne la terra avita e le vite di uomini; ('''Brunetti''')
:A Hrothgar, nel corso del tempo, fu concessa fortuna in guerra, e gloria in battaglia, sì che i vassalli della sua stirpe con pieno volere lo ascoltavano e il numero dei giovani guerrieri crebbe sino a divenire una possente compagnia di uomini. Poi, nel cuore, gli sorse un desiderio e comandò agli uomini di edificargli una grande sala e una magione, una casa dove poter bere l'idromele, un edificio più grandioso di quanti mai i figli degli uomini avessero conosciuto; e là egli avrebbe distribuito ai giovani e ai vecchi tutte le cose che Dio gli aveva accordato, a parte il territorio del popolo e la vita degli uomini. ('''Tolkien''', p. 33)
 
*''Ðá se ellengaést | earfoðlíce<br>þráge geþolode | sé þe in þýstrum bád<br>þæt hé dógora gehwám | dréam gehýrde<br>hlúdne in healle· | þaér wæs hearpan swég<br>swutol sang scopes· | sægde sé þe cúþe<br>frumsceaft fíra | feorran reccan·<br>cwæð þæt se ælmihtiga | eorðan worhte<br>wlitebeorhtne wang swá wæter bebúgeð·<br>gesette sigehréþig | sunnan ond mónan<br>léoman tó léohte | land-búendum<br>ond gefrætwade | foldan scéatas<br>leomum ond léafum· | líf éac gesceóp<br>cynna gehwylcum | þára ðe cwice hwyrfaþ·''
:Penosamente, a lungo,<br>pazientò l'Orco audace | appostato nel buio<br>che ascoltava ogni giorno, | dalla corte, le musiche<br>alte e la festa. Udiva | gli accordi sopra l'arpa,<br>il chiaro canto del poeta. | Raccontava (sapeva<br>ritrovare il remoto) | l'origine degli uomini:<br>come l'Onnipotente | fabbricasse la terra,<br>la distesa dal chiaro | volto, recinta d'acqua.<br>Pose il sole e la luna, | certo della vittoria,<br>lumi per fare luce | a chi abita nel mondo<br>e ornò di rami e foglie | la veste della terra.<br>Fabbricò l'esistenza | di ognuna delle specie<br>che vivono e si muovono. ('''Koch''', pp. 11-13)
:Patì allora tempo di tormento<br>l’essere temerario che dimorava nelle tenebre,<br>di udire ogni giorno voci di gioia<br>alte nella sala; c’era suono d’arpa,<br>chiaro canto di poeta, cantava chi sapeva<br>narrare l’origine degli uomini in tempi remoti,<br>diceva come l’onnipotente fece la terra,<br>la piana fulgente fin dove l’acqua l’avvolge,<br>come pose vittorioso sole e luna<br>a luminari per gli abitanti del mondo<br>e adornò le contrade della terra<br>di rami e fronde, e creò la vita anche<br>a tutte le specie che si muovono viventi. ('''Brunetti''')
:Poi un demone potente, un predatore al buio,<br>provò risentimento. Lo tormentava<br>udire il vociare del rumoroso banchetto<br>ogni giorno nella sala, l'arpa sonante<br>e il canto chiaro di un bravo poeta<br>che narrava da maestro le origini dell'uomo,<br>come l'Onnipotente avesse fatto la terra<br>una pianura luccicante cinta di acque;<br>nel suo splendore Egli pose il sole e la luna<br>come luci alla terra, lanterne per gli uomini,<br>e riempì l'ampio grembo del mondo di rami e di foglie; e destò la vita<br>in ogni altra cosa che muove. ('''Heaney''', p. 35)
:Allora, lo spirito feroce che dimorava nelle tenebre sopportò, con pena, un tempo di tormento, poiché giorno dopo giorno udiva riecheggiare nella sala il clamore della festa. V'erano il suono dell'arpa e il canto chiaro del menestrello; v'era la voce d'uno che sapeva molte cose e che sapeva riandare agli antichissimi giorni, ai primordi dell'umanità, e narrava di come l'Onnipotente avesse edificato la Terra, valle luminosa e amena che le acque circondano; di come, trionfante, avesse posto il fulgore del sole e della luna come lume per gli abitanti delle terre, e adornato le regioni del mondo con rami e con foglie; e di come avesse creato la vita per ogni specie che vive e si muove. ('''Tolkien''', p. 35)
[[File:Hero-myths and legends of the British race (1910) Grendel.png|thumb|[[Grendel]]]]
*''Swá ðá drihtguman | dréamum lifdon<br>éadiglice | oð ðæt án ongan<br>fyrene fremman | féond on helle·<br>wæs se grimma gaést | Grendel háten<br>maére mearcstapa | sé þe móras héold<br>fen ond fæsten· | fífelcynnes eard<br>wonsaélí wer | weardode hwíle<br>siþðan him scyppend | forscrifen hæfde<br>in Caines cynne | þone cwealm gewræc<br>éce drihten | þæs þe hé Ábel slóg·<br>ne gefeah hé þaére faéhðe | ac hé hine feor forwræc<br>metod for þý máne | mancynne fram·<br>þanon untýdras | ealle onwócon<br>eotenas ond ylfe | ond orcnéäs<br>swylce gígantas | þá wið gode wunnon<br>lange þráge· | hé him ðæs léan forgeald.''
:|Cosi, felicemente,<br>la gente di corte | viveva di gioie e di musiche,<br>fin quando Uno si mise | a commettere crimini:<br>un Nemico Infernale. | Aveva nome Grendel,<br>quell’Orco feroce: | infame vagabondo<br>della marca infestava | putrescenti acquitrini,<br>terraferma e paludi. | Per un certo periodo<br>quel personaggio nefasto | si tenne nella regione<br>della razza dei mostri, | da che il Signore<br>l’aveva proscritto | con la razza di Caino.<br>Vendicava il massacro, | il Signore eterno:<br>aveva ucciso Abele. | Non trionfò della faida:<br>lo bandì, allontanandolo | dalla specie degli uomini<br>l'Arbitro, per l’assassinio. | Da lui proliferarono<br>tutti i Deformi: | i giganti, con gli elfi<br>e coi morti viventi; | e con loro i Titani<br>che a Dio mossero guerra | secolare: ma lui<br>gliela fece pagare. ('''Koch''', p. 13)
:Così gli uomini del seguito vivevano felici<br>nella gioia finché non si mise<br>a compiere crimini un nemico infernale;<br>aveva nome Grendel il demone crudele,<br>errante famoso della marca che occupava acquitrini,<br>paludi e luoghi inaccessibili; la terra dei mostri<br>l’uomo infelice teneva da tempo,<br>da quando l’aveva condannato il creatore<br>fra la razza di Caino, vendicò l’omicidio<br>l’eterno signore perché uccise Abele;<br>egli non gioì del delitto ma lo bandì dio<br>per quel crimine lontano dagli uomini;<br>di là ebbe origine ogni malvagia genia,<br>orchi ed elfi e spiriti di morti<br>e i giganti anche che con dio lottarono<br>per lungo tempo; egli gliene diede compenso. ('''Brunetti''')
:Così erano tempi felici per quella gente<br>fino a che uno, un nemico infernale,<br>cominciò a commettere crimini nel mondo.<br>[[Grendel]] era il nome del demone truce<br>che infestava la marca, razziava le brughiere<br>e le paludi desolate; era vissuto un tempo miseramente fra i mostri proscritti,<br>il clan di Caino, che il Creatore cacciò all'esilio. Per l'uccisione di Abele<br>il Signore Eterno aveva preteso un prezzo:<br>Caino non ebbe vantaggio dall'assassinio compiuto<br>perché l'Onnipotente lo maledisse<br>e dall'anatema del suo esilio scaturirono<br>orchi ed elfi e spettri malvagi<br>e i giganti che gareggiarono con Dio<br>più di una volta finché Egli gli ripagò. ('''Heaney''', pp. 35-37)
:Così, nell'allegrezza, nella felicità, visse quella compagnia di uomini, sinché uno non principiò atti malvagi, un demone dell'inferno. Grendel si chiamava quella cupa creatura, l'infame abitatore della marca di quella terra, lui che occupava le brughiere, la fortezza degli acquitrini e, infelice, da lungo tempo viveva nella casa della stirpe dei mostri, poiché il Creatore lo aveva esiliato assieme alla razza di Caino. Quello spargimento di sangue, Caino che uccideva Abele, l'Eterno Signore lo vendicò, sì, ed egli non ebbe gioia alcuna da quell'atto di violenza: per quel delitto Dio lo allontanò e bandì dall'umanità. Nacquero da lui tutte le razze malvagie, gli orchi e gli elfi e le figure spettrali che escono dall'inferno; e i giganti, anche, che per lungo tempo combatterono contro Dio - e per questo egli diede loro la ricompensa che meritavano. ('''Tolkien''', p. 35)