Dino Zoff: differenze tra le versioni

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*Ho sempre desiderato essere [[portiere]], forse perché in campo il portiere è un uomo solo e a me piacciono gli sport individuali.<ref>Citato in [[Giorgio Dell'Arti]], ''Catalogo dei viventi'', 2007; riportato in ''[http://www.gazzetta.it/altrimondi/catalogodeiviventi09/scheda_personaggio.shtml?lettera=z&id=62 Gazzetta.it]''.</ref>
*{{NDR|Dopo la vittoria al mondiale 1982}} Ero rimasto allo stadio più degli altri per le interviste e tornai in albergo non con le guardie del corpo, come succede oggi, ma sul furgoncino del magazziniere. [[Gaetano Scirea|Gaetano]] mi aspettava. Mangiammo un boccone, bevemmo un bicchiere, ci sembrava sciocco festeggiare in modo clamoroso: mica si poteva andare a ballare, sarebbe stato come sporcare il momento. Tornammo in camera e ci sdraiammo sul letto, sfiniti da troppa felicità. Però la degustammo fino all'ultima goccia, niente come lo [[sport]] sa dare gioie pazzesche che durano un attimo, e bisogna farlo durare nel cuore. Eravamo estasiati da quella gioia, inebetiti. [...] Gaetano torna sempre. Lo penso a ogni esagerazione di qualcuno, a ogni urlo senza senso. L'esasperazione dei toni mi fa sentire ancora più profondamente il vuoto della perdita. Gaetano mi manca nel caos delle parole inutili, dei valori assurdi, delle menate, in questo frastuono di cose vecchie col vestito nuovo, come canta [[Francesco Guccini|Guccini]]. Mi manca tanto il suo silenzio.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/09/01/zoff-vent-anni-senza-scirea-mi-manca.html Zoff e vent'anni senza Scirea Mi manca il suo silenzio]'', ''la Repubblica'', 1° settembre 2009.</ref>
*{{NDR|Su [[Gaetano Scirea]]}} Gaetano? Un uomo straordinario e un calciatore straordinario. Un esempio di stile e classe sia in campo che fuori. Con lui abbiamo condiviso tanti momenti, in ritiro stavamo sempre nella stessa stanza. Ricordo che durante i Mondiali di Spagna [[Marco Tardelli|Tardelli]] non riusciva a prendere sonno la notte prima delle partite. Per rilassarsi veniva in camera nostra; la chiamava la "Svizzera" perché era il posto più tranquillo del ritiro. Nel nostro modo di stare insieme, del resto, non avevamo bisogno di troppe parole, quasi sempre bastava uno sguardo.<br/> Sarebbe stato un ottimo allenatore, se ne avesse avuto l'opportunità: sapeva convincere, gli piaceva insegnare. Il [[Calcio (sport)|calcio]] di oggi gli sarebbe piaciuto, anche se non era il tipo da rincorrere miraggi di protagonismo. Non sarebbe mai diventato un "personaggio" da copertina, ma avrebbe saputo farsi ascoltare da tutti. Il suo erede? Fino a ieri [[Paolo Maldini]], oggi non saprei.<ref>Da ''[http://web.archive.org/web/20090905064932/http://www.juventus.com/site/ita/NEWS_newseventi_0FC52351C5E9437A83693CF53ACD7A7E.asp Scirea, il ricordo dei suoi ex compagni]'', ''Juventus.com'', 2 settembre 2009.</ref>
*{{NDR|Su [[Giacinto Facchetti]]}} Ho uno splendido ricordo di Giacinto. Abbiamo giocato in Nazionale insieme per tanto tempo. Un ragazzo straordinario, non si poteva non volergli bene.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/sport/calcio/morto-facchetti-reazioni/morto-facchetti-reazioni/morto-facchetti-reazioni.html Mazzola: "Compagno meraviglioso sempre pronto a lottare"]'', ''Repubblica.it'', 4 settembre 2006.</ref>
*Lo [[stile Juventus|stile Juve]] si avvicina a un decalogo non scritto dei doveri dello sportivo professionista. Non è un di più che ha la Juve, è qualcosa che manca agli altri.<ref>Citato in [[Gianni Mura]], ''Non gioco più, me ne vado: gregari e campioni, coppe e bidoni'', a cura di Andrea Gentile e Aurelio Pino, Il Saggiatore, Milano, 2013, p. 190. ISBN 88-4281-752-X.</ref>
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*{{NDR|«Lei si dimise da allenatore della Nazionale, dopo una finale europea persa ai supplementari, per un aggettivo: "Indegno". Pronunciato da [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]].»}} Berlusconi era l'uomo più potente d'Italia. In federazione, Nizzola a parte, si adeguarono. Mi dissi: se ci attaccano dopo che abbiamo giocato bene, cosa faranno quando giocheremo male? Così mi dimisi. E in Italia le dimissioni sono un atto rivoluzionario. Fuori dal sistema. Puoi comprare un arbitro, puoi vendere una partita; il sistema ti riassorbe. Se ti dimetti, se ti chiami fuori, il sistema ti cancella. E non puoi fare la rivoluzione da solo. {{NDR|«Con Berlusconi vi siete mai chiariti?»}} Mai.
*{{NDR|«Zoff o [[Gianluigi Buffon|Buffon]]?»}} Gigi è esploso prima, io sono maturato col tempo. Ma certo non mi sento inferiore.
 
{{Int|Da ''[https://www.iogiocopulito.it/dino-zoff-racconta-i-mondiali-del-1974/ Dino Zoff racconta i Mondiali del 1974]''|Intervista di Paolo Valenti, ''Iogiocopulito.it'', 15 maggio 2018.}}
*L'Olanda di [[Johan Cruijff|Cruijff]] era una novità calcistica che passò come novità tattica. In realtà il suo punto di forza erano i calciatori che aveva. Possedeva un bel gioco collettivo perché tutti i suoi interpreti erano di alta classe e ottima tecnica di base. Come sempre il gioco lo fanno i calciatori e lo dimostra il fatto che l'Olanda, una volta finita la generazione dei Cruijff e dei [[Johan Neeskens|Neeskens]], pur conoscendo gli schemi del [[calcio totale]], ha dovuto aspettare i [[Ruud Gullit|Gullit]] e i [[Marco van Basten|van Basten]] per riuscire a vincere. Le tattiche sono necessarie ma poi devono per forza passare da un gruppo di calciatori forti.
*{{NDR|«Per lei vale di più il titolo vinto (...) o il ricordo indelebile (...)?»}} Io parto dal presupposto che nello sport contano i numeri, i risultati, il tempo che fa un centometrista. Poi magari l'alone che la stampa cerca di dare a determinate situazioni le fa ricordare meglio di altre.
*Io sono all'antica: per me lo sport significa superare l'avversario. Poi nel calcio succede anche di essere molto forti e di non riuscire a vincere.
 
==Citazioni su Dino Zoff==