Pietro da Cortona: differenze tra le versioni

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Ratto delle sabine
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*Il [[Francesco Borromini|Borromini]] in architettura, il [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]] in scultura, Pietro da Cortona in pittura, il cavalier [[Giovan Battista Marino|Marini]] in poesia, sono peste del gusto. Peste ch'ha appestato un gran numero di artisti. Non v'è male, da cui non si possa trarre del bene. È bene veder quelle loro opere e abbominarle. Servono per sapere quel che non si deve fare. Vanno riguardate come i delinquenti che soffrono le pene delle loro iniquità per istruzione de' ragionevoli. ([[Francesco Milizia]])
 
*Il Ratto delle Sabine<ref>Dipinto (1627-1629) conservato nella Pinacoteca Capitolina.</ref> mostra sia la forza sia la debolezza del Cortona pittore. Fra i suoi contemporanei romani, i caratteri del [[Andrea Sacchi|Sacchi]] sono molto più convincenti, [[Nicolas Poussin|Poussin]] imprime un peso morale alle sue tele di cui il Cortona è incapace, il [[Guercino]] è superiore come colorista. Ma nessuno di loro può rivaleggiare con il suo fiero temperamento, la sua ricchezza di idee nell'organizzare una tela su vasta scala, il suo spirito nel rappresentare episodi, e il suo grande dono di narratore. Queste virtù predestinavano lui a diventare il primo pittore di affreschi a Roma e portarono questo ramo della pittura improvvisamente a un culmine senza precedenti.
 
*Ma è soprattutto come decoratore e come frescante di grandi soffitti – [...] – che egli opera profondamente nel gusto dei grandi decoratori barocchi, dando per primo luogo, in quella sua tumultuosa ''Gloria dei Barberini'', di Palazzo Barberini, ad un vasto sfondamento del soffitto verso l'infinità aperta dei cieli. ([[Dino Formaggio]])