Carlo Maratta: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Carlo Maratta==
*La carriera del Maratti fu un continuo trionfo e, in verità, un capolavoro monumentale dopo l'altro uscivano dalla sua bottega. Né egli fu del tutto fautore dello stile del Sacchi<ref> Andrea Sacchi (1599-1661), pittore italiano.</ref> e degli altri classicisti. I dipinti del 1650 rivelano l'incontro con il barocco del Lanfranco<ref>Giovanni Lanfranco (1582-1647), pittore italiano</ref>; egli ammise influssi dal Cortona e Bernini ed ebbe pure una certa simpatia per la tendenza mistica della seconda metà del secolo. Ciò che fece maggiore impressione sui suoi contemporanei fu che egli ristabilì il senso della dignità della figura umana vista in grandi, semplici forme plastiche e riprodotta con una sincerità e una convinzione morale senza uguali in quel momento. ([[Rudolf Wittkower]])
*Maratti era andato alquanto avanti verso una riconciliazione delle due tendenze opposte, la barocca e la classica. In ogni senso egli si attenne a una piacevole via di mezzo. I suoi quadri non contengono enigmi, nulla che renda perplesso il visitatore, nulla che susciti violente emozioni. Il suo modo scorrevole di maneggiare il linguaggio allegorico corrente, le impersonali generalizzazioni delle quali il suo lavoro abbonda, l'ammissione della dose giusta di splendore festivo, tutto ciò predestinava il suo stile magniloquente a divenire lo stile di corte per eccellenza nell'Europa di Luigi XIV. ([[Rudolf Wittkower]])