Guido Piovene: differenze tra le versioni

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==''Viaggio in Italia''==
 
*A [[Napoli]], come a Parigi, è difficile udire, almeno in conversazione, quei giudizi assoluti, radicalmente negativi che si odono altrove; come a Parigi, la tendenza è piuttosto verso l'assoluzione, naturalmente con un sottinteso un po' scettico, e senza approfondire troppo; vi è sempre, nei giudizi, un umorismo e un garbo di capitale anche mondana. (2013, p. 443)
*A proposito dei comuni alpini, dirò di sfuggita che uno, [[Capracotta]], è il più alto dei comuni appenninici, e perciò l'inverno è chiuso dalle nevi e dai ghiacci. (1966, p. 444)
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*Un viaggio in Italia ci porta davanti alla società più mobile, più fluida e più distruttrice d'Europa. [...] In nessun altro paese sarebbe permesso assalire come da noi, deturpare città e campagne, secondo gli interessi e i capricci di un giorno. Gli italiani non temano di essere poco futuristi. Lo sono più degli altri, senza avvedersene, sebbene questo non significhi sempre essere più avanzati. [...] In nessun altro paese come da noi tutto il campo sembra occupato dagli attivisti di ogni specie; in nessun altro, quasi per tacito accordo di affaristi e sociologi, è così radicata la convinzione che contino solo i problemi di denaro e di cibo. [...] Il rischio dell'Italia è di entrare nel numero dei paesi di cultura bassa, giacché è possibile essere intelligenti e di cultura bassa.
*Un viaggio nelle [[Marche]], non frettoloso, porta a vedere meraviglie.
*[[Verona]] fu romana, gota, poi bizantina e longobarda. La tennero i Carolingi e gli imperatori tedeschi; fu un glorioso Comune e una gloriosa Signoria. Fu scaligera, viscontea, veneziana; l'avvicendamento fu rapido, ed ogni fase sovrappose all'altra il suo segno. In ogni fase storica ebbe una parte dominante, per l'importanza strategica e mercantile, grande fortezza ed incrocio di arterie tra l'Italia e il mondo germanico. Per varietà di stili, nessuno dei quali prevale, Verona non ha pari tra le città italiane se si eccettua Roma. ([https://books.google.it/books?id=5NguDwAAQBAJ&pg=PT115])
*Vi si giunge da plaghe nude, e d'un tratto si vede sorgere una fungaia di alti caseggiati moderni. [[Potenza]] cresce a vista d'occhio, presa dalla febbre edilizia. Questo rivestimento di caseggiati [...] circonda il vecchio nucleo della cittadina borbonica, la quale però è tutt'altro che morta. Appena vi si penetra la si ritrova, con la via principale stretta, e con le viuzze disposte in modo da tagliare il vento; Potenza infatti è città di mezza montagna, d'aria fine e ventosa. Le strade ampie e moderne sono in periferia. La parte interna ha la sua grazia, e alcune belle chiese. (2007, p. 738)