Francesco Francia: differenze tra le versioni

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==Citazioni sul Francia==
*Egli era entrato nel Cinquecento con l'ancona di Pietroburgo, rinnovellato, colmo di plastica forza. E continuò cercando nella purificazione de' suoi tipi, nuovi ideali. Il realismo quattrocentesco cadde con lui, che tramandò per mezzo di Timoteo della Vite<ref>Timoteo Viti (1469 – 1523), pittore italiano.</ref> il decoro formale a Raffaello. Non estese le ricerche, sempre intento a trarre armonie da' suoi modelli, come prima cesellati gli argenti ne svelava il nitore. Non ebbe slanci di ascetismo, non mistici ardori, ma {{sic|divozione}} salda e sincera. E donò alle sue immagini la bontà e l'umiltà de' propri costumi. Molti vollero imitarlo; ma egli poteva esser copiato, non imitato. L'arte sua era come un chiuso vaso d'alabastro, che altri non poteva aprire per mirarvi dentro senza che ne esalassero gl'interni profumi. ([[Adolfo Venturi (storico dell'arte)|Adolfo Venturi]])
*Simile a molti altri grandi artisti quattrocentisti, anche il Francia nacque da modesta famiglia (in Bologna nel 1450) ed incominciò a studiare disegno sotto un maestro orefice.<br>All'arte dell'oreficeria che richiede tanta delicatezza di tocco, esattezza d'occhio e gusto fine, Francesco Francia dovette, insieme a quel primo insegnamento e primo tirocinio, quella sicurezza nella forma e quella precisione nei particolari, che più tardi lo distinse come pittore. ([[Evelyn Franceschi Marini]])
 
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