Caitlín R. Kiernan: differenze tra le versioni

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==''La leggenda di Beowulf''==
===Incipit===
C'era un tempo prima degli uomini, un tempo ancor prima che il mondo esistesse, quando il cosmo era solo il nero vuoto dell'abisso di Ginnunga. Le distese ghiacciate di Niflheim all'estremo Nord e le terre delle luminose e scintillanti fornaci del gigante Muspell, chiamate Muspellsheim, all'estremo Sud. Nel grande abisso di Ginnunga, i freddi venti settentrionali incontrarono le calde brezze che soffiavano da sud e il turbinio di neve e frandine si sciolse e gocciolò nel nulla per formare [[Ymir]], padre di tutti i giganti del ghiaccio. I giganti lo chiamarono Aurgelmir, colui che fa bollire il fango. Da questo gocciolio di brina si formò pure la prima mucca, Audhumla, che con il suo latte alimentò Ymir e con la lingua leccò un blocco di sale, dando luce al primo degli dei, Buri. In tempi successivi, Bor, il figlio di Buri, ebbe tre figli dalla gigantessa Bestla, [[Odino]], Vili e Ve, e furono loro a uccidere il grande Ymir e a portare il suo corpo nel freddo centro dell'abisso di Ginnunga. Con il suo sangue crearono i laghi, i fiumi e i mari e con le sue ossa scolpirono le montagne. Con i denti massicci formarono le pietre e la ghiaia; con il cervello le nuvole e con il cranio costruirono il cielo e lo stesero in alto sopra la terra. Fu così che i figli di Buri costruirono il mondo che sarbeesarebbe diventato la casa dei figli degli uomini. (pp. 1-2)
 
===Citazioni===