Mario Andrea Rigoni: differenze tra le versioni

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*Disdegnoso gusto, quel misto di amaro piacere e ribelle disprezzo che Dante attribuisce al suicida Pier della Vigna – come definire meglio il sentimento che provo così spesso verso me, verso tutto?
*Ciò che inebria in ogni avventura amorosa non è tanto la lusinga offerta alla propria vanità quanto la sfida recata ai limiti dell'individuazione, il fatto di irrompere in un'altra carne, attraversare un'altra vita.
*Tutta la mia morale è in una frase di [[Chamfort]]: «Godi e fai godere, senza nuocere né agli altri né a te stesso». Tutta la mia metafisica in una di [[Marie Anne de Vichy-Chamrond|Madame du Deffand]]: «Non sono fatta per questo mondo; non so se ce ne sia un altro; se sì, quale che possa essere, lo temo».
*Se mai c'è stata una conoscenza del divino, la sua fine ha coinciso con la nascita della teologia; se mai c'è stata una comunione con l'essere, essa ha durato fino all'avvento della filosofia; e così si deve dire di tutto il resto. La vita stessa rimane vita finché non spira nel pensiero e nel linguaggio. La speculazione, figura della nostalgia, cresce soltanto fra le macerie dell'esperienza, quando il possesso è cessato e l'oggetto svanito.
*Conta di più la visita a un mattatoio che l'esperienza filosofica di venticinque secoli.