José Saramago: differenze tra le versioni

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==''L'ultimo quaderno''==
*È morto [[Mario Benedetti|Benedetti]], un poeta che ha saputo farci vivere i nostri momenti più intimi e le nostre rabbie meno nascoste. Se con le sue poesie siamo scesi in strada – uno accanto all'altro siamo ben più di due –, se leggendo ''Geografias'', per esempio, abbiamo imparato ad amare un paese piccolo e un continente grande, ora, a giudicare dalle lettere che arrivano alla Fondazione, si sono recuperati momenti d'amore che hanno dato senso a tempi passati, e forse anche presenti. Questo pure lo dobbiamo a Benedetti, al poeta che morendo ci ha lasciato in eredità il bagaglio di una vita fuori del comune. (da ''Poeti e poesia'', p. 66)
* La cosa interessante, però, è che la [[Chiesa Cattolica]], nella sua vecchia tradizione di fare il male e il piagnisteo, se ne sta lì a lagnarsi di essere vittima di un ipotetico laicismo "aggressivo", una nuova categoria che le permette di insorgere contro il tutto fingendo di attaccare soltanto la parte. La doppiezza è sempre stata inseparabile dalle tattiche e dalle strategie diplomatiche e dottrinarie della curia romana. (da ''Laicismo'', p. 83)
*Ci sarebbe da essere grati se la Chiesa Cattolica Apostolica Romana smettesse di intromettersi in quello che non la riguarda, cioè, la vita civile e la vita privata delle persone. Non dobbiamo, però, stupirci. Alla Chiesa Cattolica importa poco o niente il destino delle anime, il suo obiettivo è sempre stato controllare i corpi, e il laicismo è la prima porta da cui cominciano a sfuggirle questi corpi, e via facendo gli spiriti, giacché gli uni non vanno senza gli altri dovunque sia. La questione del laicismo non è altro, dunque, che una prima scaramuccia. Il vero e proprio scontro arriverà quando infine si contrapporranno credenza e miscredenza, quest'ultima andando alla lotta con il suo vero nome: [[ateismo]]. Il resto sono giochi di parole. (da ''Laicismo'', p. 83)
* Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano per ben tre volte ha eletto per servirgli da modello, questo è il cammino della rovina verso cui si stanno trascinando i valori che di [[libertà]] e dignità impregnarono la [[musica]] di [[Giuseppe Verdi|Verdi]] e l'azione politica di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], quelli che fecero dell'[[Italia]] dell'Ottocento, durante la lotta per l'unificazione, una guida spirituale dell'Europa e degli europei. E questo che la cosa [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] vuole gettare nel cassonetto dei rifiuti della Storia. E gli italiani, glielo permetteranno? (da ''La cosa Berlusconi'', p. 86)
*Lo scrittore, se appartiene al suo tempo, se non è rimasto ancorato al passato, deve conoscere i problemi del tempo in cui gli è capitato di vivere. E quali sono questi problemi oggi? Che non ci troviamo in un mondo accettabile, anzi, al contrario, viviamo in un mondo che sta andando di male in peggio e che umanamente non serve. (da ''Del soggetto su se stesso'', p. 115)
* Lo studio del testo dell'abiura di [[Galileo Galilei|Galileo]] dovrebbe farsi con l'adeguata attenzione in tutte le sedi d'insegnamento del pianeta, qualunque sia la religione dominante, non tanto per confermare quella che oggi è ormai un'ovvietà per tutti, che il Sole sta fermo e la Terra gli si muove intorno, ma come metodo per prevenire l'insorgere di superstizioni, lavaggi del cervello, idee preconcette e attentati vari contro l'[[intelligenza]] e il senso comune. (da ''E pur si muove'', p. 138)
*Il primo riferimento a ''Il processo'' si trova nei ''Diari'', fu scritto il 29 luglio 1914 (la guerra era scoppiata il giorno precedente) e comincia con queste parole: "Una sera, Josef K., figlio di un ricco commerciante, dopo un'accesa discussione che aveva avuto con il padre...". Sappiamo che non è così che prenderà avvio il romanzo. (da ''L'ombra del padre (1)'', p. 149)
*La ''Lettera'' assume, per così dire, la forma e il tono di un libello accusatorio, si pone come un regolamento di conti finale, è un bilancio tra il dovere e l'avere di due esistenze che si scontrano, di due reciproche ripugnanze, per cui non si può respingere l'ipotesi che vi si trovino esagerazioni e deformazioni dei fatti reali, soprattutto quando [[Franz Kafka|Kafka]], nell'epilogo del testo, passa improvvisamente a usare la voce del padre per accusare se stesso... Ne ''Il processo'', Kafka può disfarsi della figura paterna, oggettivamente considerata, ma non della sua legge. (da ''L'ombra del padre (2)'', p. 151)