Luigi Fenizi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni: Rudolf Höss
→‎Citazioni: camera a gas: wlink per futura pagina
Riga 36:
*Ancor più dei milioni di morti, la cifra specifica dei sistemi totalitari è la distruzione dell'umano: il ''musulmano''<ref>Prigioniero sfinito dal lavoro e dalla fame, senza più alcuna volontà di sopravvivenza.</ref> ad Auschwitz, il ''dochodjaga''<ref>Nel gergo dei ''gulag'' sovietici, termine analogo a quello di ''musulmano'' usato nei lager nazisti.</ref> nella Kolyma<ref>Nell'epoca delle repressioni staliniane, la regione attraversata dal fiume Kolyma ospitava uno dei più importanti campi di lavoro forzato.</ref>, simboli di anime e di corpi violati fino all'estremo. E in effetti, per quanto in apparenza indistruttibile, l'umano è stato infinitamente distrutto. Il paradosso più tragico del Novecento sta nel fatto che lo Stato totalitario, sebbene criminale nella sua essenza, è riuscito a proporsi come l'incarnazione storica della Verità, del Bene, della Legge. (cap. 13, p. 293)
 
*Figura sconvolgente e tuttavia pienamente rappresentativa della mentalità nazionalsocialista, [[Rudolf Höß|Rudolf Höss]] è la sintesi del rapporto tra presunzione filistea e sentimentalismo da un lato, e la più gelida implacabilità nell'adempimento del dovere dall'altro. Insomma: la [[camera a gas]] come strumento dell'assassino sentimentale, perché non turba eccessivamente l'animo, perché fa dello sterminio di massa una tecnica impersonale, una mera questione organizzativa. (cap. 13, p. 294)
 
*Forse l'idea che ancora oggi abbiamo del male è condizionata da Dostoevskij, che ne descrisse in modo superbo la «grandezza» e che genialmente preconizzò l'assalto rivoluzionario che i moderni cavalieri dell'Apocalisse avrebbero sferrato nei confronti del vecchio mondo. Gli orrori del gulag e del lager hanno confermato quella intuizione, mostrando come nessuna forma di immaginazione superi quella del male: come se il proibito e l'intentato suscitassero, nell'uomo, una fantasia sinistra, che non può mai placarsi e trovare un limite. (cap. 13, p. 297)