Maurizio Maggiani: differenze tra le versioni

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*Ho scelto di vivere a [[Genova]] da adulto, in un singolare momento di grande libertà e privilegio in cui avrei potuto vivere ovunque nel mondo. Ho scelto questa città non per ragioni di lavoro o familiari o affettive, come capita a moltissime persone, ma per puro piacere, considerando la possibilità di sceglierla come il più grato dei privilegi di cui la fortuna mi aveva favorito. Ho scelto quella che è sempre stata ai miei occhi, più di qualunque altra città del mondo che mi è capitato di conoscere, la città della meraviglia e della bellezza. Dello stupore che non finisce mai. E della complicazione: la città dove non basta mai un solo sguardo, una sola idea, un solo concetto, una sola parola, per contenerla tutta, descriverla senza banalizzarla, decidere se volerle bene o volerle male.<ref name=belloperdersi/>
*Io non so cosa ne pensino gli angeli, ma io penso che questo santo ossimoro incarnato, questa pseudocivile religione degli angeli, sia offesa, menzogna e dolo.<br>Io non ho visto [[angeli del fango]] per le strade di Genova, io ho visto per quelle strade giovani uomini e giovani donne infangati. Non ho visto materia di puro spirito discesa dal cielo, ma ho visto vite di anima e carne, vite che già vivevano e che ancora vivranno qui, per queste nostre vie e queste nostre case dove nessuno li vede e nessuno se li fila finché non piove abbastanza da scatenare l'ira d'iddio assieme alla nostra mala coscienza. E se vogliamo che siano angeli è solo, spudoratamente, perché non concepiamo che sia materia nostra umana e corrente mettersi a spalare fango a titolo di pura, questa sì veramente pura, gratuita generosità civile. Se vogliamo che siano angeli è perché vogliamo nel contempo che sia chiaro che non è cosa di questo mondo la gratuita generosità. Che non ci venga richiesta, perché non è cosa che appartiene all'umana natura.<ref>Da ''Angeli'', op. cit., pp. 23-24</ref>
*[[Piero Martinetti]] non ha mai militato nell'[[antifascismo]], il suo era un antifascismo radicale di per sé, in ragione della sua individuale, intima risposta all'imperativo categorico; lo presero a casa di Solari, il maestro di [[Norberto Bobbio|Bobbio]], nella grande retata di Giustizia e Libertà del '35, il capolavoro delatorio di Pitigrilli, assieme a Einaudi, [[Cesare Pavese|Pavese]], Bobbio, Mila, Antonicelli e gli altri, ma gli fecero fare un po' di galera per puro gusto sadico, era evidente anche all'Ovra che era comunque altrove, anche rispetto a Giustizia e Libertà. Sì, era altrove, ma intanto lui non ha giurato, "giurare per me era tanto impossibile quanto una impossibilità fisica: sarei morto d'avvilimento". <ref>Da ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/08/21/news/maggiani_martinetti-204616828/ Il kantiano mite che disse no al fascismo]'', ''Rep.repubblica.it'', 21 agosto 2018.</ref>
*Presuntuoso, ecco cosa sono diventato, inorgoglito da tutte quelle letture, dalla frequentazione delle biblioteche e dei loro clienti rammolliti. Ci si monta la testa con le parole scritte, ti sembrano chissà che cosa.<ref>Da ''Il coraggio del pettirosso''</ref>