Renato De Falco: differenze tra le versioni

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'''Renato De Falco''' (1928 – 2016), filologo, scrittore e personaggio televisivo italiano.
 
==''Del parlar napoletano''==
==Citazioni di Renato De Falco==
*Una specifica particolarità della favella [[dialetto napoletano|napoletana]] è quella della sua incisiva adesività: la rigorosa proprietà del nostro linguaggio è scevra da approssimazioni e pressappochismi, fornendo la più totale ed immediata concordanza tra il veicolo semantico ed il concetto che si intende esprimere: essa rende l'''homo neapolitanus'' un autentico cesellatore delle parole, che devono riprodurre con caparbia precisione l'idea da comunicare. (p. 27)
*Cuffià: Dileggiare, beffare, deridere, burlare, prendere in giro, ma in una cadenza autenticamente [[Napoli|napoletana]], cioè ironica, sorridente e canzonatoria, tutt'altro che beffarda, sarcastica e maligna. [...] per l<nowiki>'</nowiki>''homo neapolitanus'' il ''cuffià'' si configura spesso quale itinerante supporto esistenziale: per lui, che sotto le disincantate specie del ''Tatonno 'e Quagliarella'' di [[Giovanni Capurro]] (musicato da [[Francesco Buongiovanni]] nel 1919), può dire «cuffeio pure 'a morte e 'a piglio 'a risa»... Ed è proprio in questa sovrana irrisione che si condensa e si sublima tutta la millenaria saggezza del nostro popolo, tutta la perenne essenzialità del suo sussistere, tutta la esplicita garanzia della sua rinnovantesi sopravvivenza...<ref>da ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, p. 43.</ref>
*In ordine alle iperboli, c'è da rilevare che le stesse si apparentano con la abituale coloritura conferita al [[dialetto napoletano|nostro esprimerci]] anche per avvalorare quanto si afferma e meglio sensibilizzare l'interlocutore. Esse consentono un forse inconsapevole ''transfer'' dalla limitatezza del reale alla incommensurabilità dell'immaginario, non escludendone una collegabilità alla ambientale componente di quella solarità che fa più grandi tutte le cose... (pp. 33-34)
*{{NDR|Alla recettività linguistica del [[dialetto napoletano]] si unisce quella}} intensamente e concretamente solidale sul piano umano. Si pensi all'accoglienza riservata agli Ebrei, non ghettizzati ma inseriti in due zone che ancora ne ricordano la presenza: Giudecca vecchia, nei pressi di Forcella e Giudecca nuova, verso Portanova, nonché alle varie Logge (cioè alloggiamenti) dei Pisani, dei Francesi, dei Genovesi... Etnie cui nel materno grembo [[Napoli|partenopeo]] era possibile integrarsi e comunicare al di fuori di ogni discriminazione, nella stessa misura in cui il nostro aperto e multimediale idioma ha saputo dare spazio alle tante componenti in esso armonicamente trasfuse...<ref>da ''Del parlar napoletano'', p. 99.</ref>
*Cuffià: Dileggiare, beffare, deridere, burlare, prendere in giro, ma in una cadenza autenticamente [[Napoli|napoletana]], cioè ironica, sorridente e canzonatoria, tutt'altro che beffarda, sarcastica e maligna. [...] per l<nowiki>'</nowiki>''homo neapolitanus'' il ''cuffià'' si configura spesso quale itinerante supporto esistenziale: per lui, che sotto le disincantate specie del ''Tatonno 'e Quagliarella'' di [[Giovanni Capurro]] (musicato da [[Francesco Buongiovanni]] nel 1919), può dire «cuffeio pure 'a morte e 'a piglio 'a risa»... Ed è proprio in questa sovrana irrisione che si condensa e si sublima tutta la millenaria saggezza del nostro popolo, tutta la perenne essenzialità del suo sussistere, tutta la esplicita garanzia della sua rinnovantesi sopravvivenza...<ref>da ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997, (p. 43.</ref>)
*{{NDR|Alla recettività linguistica del [[dialetto napoletano]] si unisce quella}} intensamente e concretamente solidale sul piano umano. Si pensi all'accoglienza riservata agli Ebrei, non ghettizzati ma inseriti in due zone che ancora ne ricordano la presenza: Giudecca vecchia, nei pressi di Forcella e Giudecca nuova, verso Portanova, nonché alle varie Logge (cioè alloggiamenti) dei Pisani, dei Francesi, dei Genovesi... Etnie cui nel materno grembo [[Napoli|partenopeo]] era possibile integrarsi e comunicare al di fuori di ogni discriminazione, nella stessa misura in cui il nostro aperto e multimediale idioma ha saputo dare spazio alle tante componenti in esso armonicamente trasfuse...<ref>da ''Del parlar napoletano'', (p. 99.</ref> )
 
==''Per moda di dire''==
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==Bibliografia==
*Renato De Falco, ''Del parlar napoletano, {{small|Manualetto per tutti}}'', Colonnese Editore, Napoli, 1997.
*Renato De Falco, ''[https://books.google.it/books?id=_NYrpxDQYUsC Per moda di dire, {{small|ovvero Neo-nomenclatura emergente (con qualche riferimento napoletano)}}]'', Guida Editori, 2010. ISBN 88-6042-821-1