Erich Fromm: differenze tra le versioni

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*L'[[uomo]] è l'unico animale per il quale la sua stessa esistenza è un problema che deve risolvere. (da ''Dalla parte dell'uomo. Indagine sulla psicologia della morale'', Astrolabio Ubaldini, 1971)
*L'uomo è l'unico animale la cui esistenza è un problema che deve risolvere. (da ''Psicanalisi e religione'', traduzione di Ugo Varnai, Mondadori, 1996)
*L'uomo moderno, se osasse parlare del suo concetto di paradiso, descriverebbe una visione ove il paradiso sarebbe simile al più grande emporio del mondo, con esposti nuovi articoli ed elettrodomestici. Quanto a lui, fornito dei quattrini necessari per l'acquisto, se ne andrebbe su e giù con la borsa aperta, in mezzo a questo paradiso di elettrodomestici e di merci, purché, beninteso, vi fossero da comprare cose sempre più nuove e in maggior quantità, e, forse, purché i suoi vicini fossero un tantino meno privilegiati di lui. (da ''Psicanalisi della società contemporanea'', traduzione di Carlo De Roberto, Edizioni di Comunità, 1968)
*L'uomo moderno, se osasse esprimere la sua concezione del paradiso, descriverebbe qualcosa di molto simile ai più ricchi [[supermercato|supermercati]] del mondo, pieno di novità e gadget, e se stesso con tanti soldi per comprare quella roba. (citato in ''Focus'' N.87 pag. 144)
*La passione di distruggere la vita è l'attrazione per tutto quanto è morto, in disfacimento o puramente meccanico. (citato in Mario Lettieri, ''Il libro delle citazioni'', De Agostini, p. 465)
*Non è sorprendente che la visione profetica di un'umanità unita e pacifica, di giustizia per i poveri e gli indifesi, trovasse un suolo fertile tra gli [[ebrei]] e che non fosse mai dimenticata? Che quando le mura dei ghetti caddero al suolo, gli ebrei, in numero sproporzionatamente grande, fossero tra coloro che proclamavano gli ideali di internazionalismo, pace e giustizia? Quella che da un punto di vista umano è stata la loro tragedia — la perdita della loro terra e del loro stato — dal punto di vista umanistico fu la più grande benedizione: essendo fra chi soffre ed è disprezzato, furono capaci di svilupparsi e di mantenere una tradizione di umanesimo. (da ''Voi sarete come dèi'', traduzione di Stefania Gana, Ubaldini Editore)