John Gardner: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sul Poeta}} Cantava dietro compenso, per le lodi delle donne - una in particolare - e per l'onore della mano d'un re famoso sul suo braccio. Se le idee dell'arte erano belle, era per colpe dell'arte, non del Poeta. Un selettore cieco, quasi ottuso: un uccello. Forse la gente si uccideva più dolcemente perché nei boschi gli uccelli cantavano? (p. 44)
*L'arpa sospirava, il vecchio cantava con voce di bimbo.<br>Raccontava l'origine del mondo nel tempo remoto: disse che l'Onnipotente fabbricò la terra, la distesa dal chiaro volto, recinta d'acqua. Pose il sole e la luna, certo della vittoria, lumi per fare luce a chi abita il mondo e ornò i rami e foglie la veste della terra. Fabbricò l'esistenza di ognuna delle specie che vivono e si muovono.<br>L'arpa si fece solenne. Raccontò di una faida tra due fratelli che divise il mondo tra luce e oscurità. E io, Grendel, ero il lato oscuro. La razza nefasta che Dio aveva proscritto.<br>Gli credetti. Tanto era il potere dell'arpa del Poeta! Mi si contorse la faccia, le lacrime scendevano lungo il naso e sfregavo gli occhi piangenti coi pugni, anche se per farlo dovevo strizzare con il gomito il cadavere, la prova che entrambi eravamo proscritti, oppure nessuno dei due, che i fratelli non erano mai vissuti, né il dio che li aveva giudicati. - Uaaa! - strillai.<br>Che conversione! (pp. 45-46)
*- Perché non posso avere qualcuno con cui parlare? - chiesi. Le stelle non risposero, ma finsi di ignorare la scortesia. - Il Poeta ha con ci parlare, - dissi. Mi torsi le dita. - Hrōðgār ha con chi parlare.<br>Ci pensai su.<br>Forse non era vero.<br>Infatti, se la visione di bontà e di pace del Poeta era parte di lui, non rime vacue, allora nessuno lo comprendeva, neppure [[Hroðgar|Hrōðgār]]. E per quanto riguardava Hrōðgār, se credeva davvero nella sua idea di gloria - i figli e i figli dei figli che avrebbero diviso con gli altri ogni cosa - avevo brutte notizie per lui. Avrebbero pesato mentalmente il suo oro e l'argento. Avevo osservato le generazioni. Avevo visto i loro occhi di donnola.<br>Combattei il sorriso che mi saliva alle labbra.<br>- Potrebbero cambiare, - dissi levando un dito come davanti a un pubblico. - Il Poeta potrebbe ancora migliorare le menti degli uomini, portar pace agli infelici Danesi.<br>Ma erano dannati, lo sapevo e ne ero felice. Non potevo negarlo. Che vagassero dunque per i sentieri nebbiosi dell'Inferno. (p. 47)
*Era una menzogna spudorata che un dio avesse amorevolmente fabbricato la terra ponendo il sole e la luna per far luce a chi abita il mondo, che i fratelli avessero lottatto, che una razza fosse stata salvata e l'altra proscritta. Eppure il vecchio Poeta poteva renderelo vero con la dolcezza della sua arpa, l'abile frode. E con una scossa violenta mi resi conto che volevo che fosse vero, e anche loro, per quanto fossero animali perversi, astuti, pieni di teorie. Volevo che fosse vero, sì! Anche se dovevo essere io il reietto, bandito dalle regole di quella favola ripugnante. (p. 49)
*Lo so che ti dispiace. Per adesso, almeno. In quest'istante fugace e fuggente nel lungo e tedioso declivio dell'eternità. Non m'impressioni. ('''Il drago''') (p. 54)