Corrado Ricci: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Corrado Ricci==
*I poeti hanno amato e cantato per lo più donne pallide e dai [[capelli biondi]]; anzi fra tutti gli spietati imitatori del Petrarca, se non mai, certo difficilmente si ritrova chi abbia messo nello sbiadito lusso delle sestine, delle canzoni e dei sonetti a frasi {{sic|bell'e}} fatte, una fanciulla che non avesse<br>... i capei d'oro alla'aura sparsi.<ref>Petrarca, ''In vita di M. L.'', sonetto LXI. {{NDR|N.d.A., p. 6}}</ref> (da ''Note storiche e letterarie'', ''I colori'', p. 6)
*Il [[Tempietto di San Pietro in Montorio|tempietto di S. Pietro in Montorio]] è il primo a pianta centrale romanamente completo nell'{{sic|icnografia}}, nella scelta d'un ordine architettonico, nelle membrature; ma l'amore agli edifici centrali con cupola s'era già manifestato prima, onde sono parecchi i dipinti del sec. XV nel cui fondo domina uno d'essi. (da ''L'architettura del Cinquecento in Italia'', p. 7)
*[...] l'architettura del {{sic|cinquecento}} si presenta tosto con maggiore effetto delle masse (ad ottenere il quale abbandona sempre più gli ornamenti scultorici e pittorici) con maggiore semplicità e solidità, con più sicura armonia e chiarezza. Il particolare non attrae più, perché attrae l'insieme; le membra dell'edificio diminuiscono di numero, ma crescono di vigoria, e gli spazi con la loro calma contribuiscono alla grandiosità. (da ''L'architettura del Cinquecento in Italia'', pp. 7-8)
*Quale fosse il successo del piccolo edificio {{NDR|il tempietto di S. Pietro in Montorio}} non è a dire; non solo lo guardarono con sorpresa gli architetti, ma infiniti pittori lo riprodussero nel fondo dei loro dipinti. E la fama del Bramante, non sorta col chiostro della Pace, si delineò con esso e anche la sua fortuna e la sua autorità presso il grande Giulio II. (da ''L'architettura del Cinquecento in Italia'', p. 8)
 
==''Architettura barocca in Italia''==
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*Come molti confondono il vero barocco con l'arte di Michelangelo e degli epigoni della Rinascenza, solo perché il barocco vi attinge forme ed idee, così molti confondono il barocco col "''[[rococò]]''" in cui il solido, il possente, l'ampolloso si trasformano nel {{sic|leggiero}}, nell'aggraziato, nel mingherlino. (p. 14)
*[...] il rococò scese man mano dall'Italia superiore alla meridionale, cominciando dal Piemonte e dalla Lombardia. Roma resistette ancora. La grande tradizione non amava forme grame, anche se leggiadre, e corrispondenti a un sentimento di grazia, là non sentito o non spontaneo. Il barocco invece vi aveva trionfato perché aveva cantato all'unisono con la voce di Roma antica! (p. 14)
 
==''L'architettura del Cinquecento in Italia''==
===Citazioni===
*Il [[Tempietto di San Pietro in Montorio|tempietto di S. Pietro in Montorio]] è il primo a pianta centrale romanamente completo nell'{{sic|icnografia}}, nella scelta d'un ordine architettonico, nelle membrature; ma l'amore agli edifici centrali con cupola s'era già manifestato prima, onde sono parecchi i dipinti del sec. XV nel cui fondo domina uno d'essi. (da ''L'architettura del Cinquecento in Italia'', p. 7)
*[...] l'architettura del {{sic|cinquecento}} si presenta tosto con maggiore effetto delle masse (ad ottenere il quale abbandona sempre più gli ornamenti scultorici e pittorici) con maggiore semplicità e solidità, con più sicura armonia e chiarezza. Il particolare non attrae più, perché attrae l'insieme; le membra dell'edificio diminuiscono di numero, ma crescono di vigoria, e gli spazi con la loro calma contribuiscono alla grandiosità. (da ''L'architettura del Cinquecento in Italia'', pp. 7-8)
*Quale fosse il successo del piccolo edificio {{NDR|il tempietto di S. Pietro in Montorio}} non è a dire; non solo lo guardarono con sorpresa gli architetti, ma infiniti pittori lo riprodussero nel fondo dei loro dipinti. E la fama del Bramante, non sorta col chiostro della Pace, si delineò con esso e anche la sua fortuna e la sua autorità presso il grande Giulio II. (da ''L'architettura del Cinquecento in Italia'', p. 8)
 
==Note==